Siracusa. I bus elettrici prendono piede e sullo sfondo parte il dibattito sul futuro del trasporto urbano in città
Dopo qualche ritardo e delle corse saltate al debutto, sta pian piano regolarizzandosi il servizio dei bus elettrici di Siracusa d’Amare. Lunedì, primo giorno in strada delle sei navette rimesse a nuovo dal Comune, erano stati segnalati alcuni intoppi. Ma già a metà della sua prima settimana, il servizio di mobilità inizia ad attirarsi le simpatie di siracusani e turisti. Se i primi apprezzano, in particolare, la possibilità di lasciare l’auto in sosta per poi raggiungere con una certa facilità Ortigia, i secondi trovano la comodità di spostamenti veloci tra le meraviglie del centro storico e altre perle poco fuori dal centro storico.
Non è un servizio di trasporto urbano completo, quello compete all’Ast. Il Comune ha comunque prodotto il suo sforzo massimo attuale ed ha rimediato a “carenze” storiche, specie nel salotto buono. Ci sono ancora intoppi e cose da mettere a posto. Non lo nasconde neanche il sindaco Garozzo che parla di due settimane almeno per vedere il servizio a regime e sistemare i piccoli problemi che si presentano in questi giorni di sperimentazione.
In questo senso, non mancano le proposte per migliorarne la resa. Ad esempio, dal quartiere Ortigia chiedono di far passare la linea blu (Ortigia) per via Maestranza, evitando così che il bus, nella sua ridiscesa, ripercorra corso Matteotti. Per la sicurezza dei pedoni che non sono abituati a mezzi in movimento in quel senso di marcia, ma anche per avvicinare i bus alla Giudecca spiegano dalla circoscrizione.
Resta adesso da capire chi prenderà in mano l’intero servizio di trasporto urbano a Siracusa. L’Ast – peraltro infastidita dalle navette – non ha nascosto nei mesi scorsi la volontà di abbandonare anche uno degli ultimi capoluoghi di provincia attualmente serviti. La causa? Un servizio costantemente in perdita. Se l’addio appare scontato, resta da capire il quando. Per allora, Siracusa dovrà farsi trovare pronta con un progetto magari di municipalizzata, di cui tanto si è parlato nei decenni scorsi senza produrre progetti e atti concreti.