Isab-Lukoil ed embargo al petrolio russo: le preoccupazioni di Raciti (Pd), le parole della Lega

Una visione bipartisan quella relativa alle forti preoccupazioni per il destino del Polo Petrolchimico siracusano e soprattutto dell’impianto Lukoil di Priolo dopo l’embargo al petrolio russo che arriva via mare, deciso dal Consiglio Europeo come strategia, nelle intenzioni espresse, sanzionatoria nei confronti di Putin. Gli esponenti politici siciliani, alla Camera come alla Regione, dal Pd alla Lega, non nascondono i fortissimi timori, del resto espressi anche da rappresentanti delle istituzioni e del mondo dell’impresa.

“L’embargo al petrolio russo deciso dal Consiglio europeo è certamente una decisione utile a indebolire la macchina da guerra di Putin ma rischia di avere ricadute nel polo industriale di Siracusa”. Il deputato Fausto Raciti (Partito Democratico) mette, dunque, in evidenza tutta  la sua preoccupazione per il petrolchimico, “area più importante del nostro Paese e principale hub dell’export petrolifero russo”.
Raciti sollecita soluzioni che consentano all’impianto, piuttosto, di emanciparsi da “questa dipendenza, scongiurando le ipotesi di una chiusura che avrebbe effetti sociali devastanti, essendo, l’impianto, insieme all’indotto, principale fonte di occupazione della zona”.
Indice puntato contro “l’incapacità del governo regionale di farsi interlocutore credibile”. Per Raciti, inoltre, i recenti incontri al Mise possono essere definiti soltanto deludenti, mentre il ministro Giorgetti “finora è sembrato sottovalutarne gli effetti”.

Per il vice capogruppo della Lega alla Camera, Alessandro Pagano, l’Unione Europea starebbe solo sparando nel mucchio. “Porre a fine anno l’embargo al petrolio russo trasportato via mare non significa colpire solo la Russia, ma anche chiudere la raffineria Isab-Lukoil di Priolo e licenziamento in tronco di circa 4mila lavoratori: 4mila padri di famiglia che rischiano seriamente di trovarsi tra 6 mesi in mezzo a una strada- fa notare l’esponente della Lega- Uno scenario drammatico tanto per l’impatto devastante sul piano socio economico della Sicilia quanto per l’approvvigionamento energetico del Paese e che, come tale, richiama urgentemente l’intero sistema Italia – nessuno escluso – alle proprie responsabilità”. La soluzione sarebbe da ricercare, secondo Pagano, in iniziative diplomatiche da mettere in campo per intensificare il dialogo con Bruxelles e ” favorire un supplemento di riflessione su una decisione simile, ben sapendo che l’impianto di Priolo lavora solo petrolio russo proveniente via mare”.

Un’idea condivisa dal segretario regionale della Lega, Nino Minardo.

“È chiaro-la sua dichiarazione- che seguire la linea europea sulle sanzioni alla Russia non può significare la mortificazione e la distruzione economica di quest’area industriale siracusana e per questo ho già interessato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e il nostro leader Matteo Salvini. A entrambi-fa presente Minardo-  ho chiesto garanzie per trovare una soluzione e da entrambi ho avuto rassicurazioni per un confronto diretto con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Un confronto in cui questo problema verrà trattato in maniera specifica per trovare rapidamente una soluzione. La linea delle sanzioni alla Russia deve  tenere conto delle conseguenze sul nostro territorio e l’Isab di Priolo è un’area industriale da ammodernare e fare ulteriormente sviluppare, le sue imprese e i suoi lavoratori non sono certo vittime sacrificali”.