Siracusa il giorno dopo il voto. La prima sfida è la pacificazione: troppi scontri, troppe divisioni. La città venga prima
E adesso è tempo di pacificazione per una Siracusa spaccata e divisa, anche al voto. La città si è divisa in due fazioni, anche crudamente, con una personificazione estrema della sfida.
Ci sarebbe in realtà anche una terza fazione, quella di chi non è andato a votare perchè non si è sentito rappresentato da nessuno dei due candidati. E’ insomma una città animata da troppe contrapposizioni quella adesso chiamata a ricompattarsi sulle priorità per ritrovare uno sprint che manca da tempo, inseguito con mille parole ma decisamente meno fatti.
Francesco Italia è il nuovo sindaco. A lui ora il compito di lavorare bene per Siracusa. “Con senso del dovere”, dice dopo una notte insomma e con la necessità di razionalizzare il risultato e quanto accaduto. Accettando, e si spera vincendo, le sfide da cui è atteso.
Si comincia subito con l’emergenza rifiuti ed un sistema di gestione da ripensare. C’è poi il trasporto pubblico urbano, praticamente inesistente e con il rischio di arrivare a settembre con le navette elettriche comunali ferme in attesa (anche qui) di una nuova gara. Intanto, però, sono solo due i mezzi in circolazione per tre linee previste: gli altri sono fermi perchè necessitano riparazioni. Siracusa vuole puoi vedere nei prossimi cinque anni la posa della prima pietra e dei primi pilastri del nuovo ospedale, tematica troppo a lungo trascinata in sterili dibattiti. Le competenze sono varie (Comune, Asp, Regione, Governo) ma a palazzo di città si chiede di guidare con forza e senza troppo bon ton istituzionale il processo che deve condurre alla realizzazione dell’opera. Ed a questo capitolo è strettamente legata la pagina occupazione e sviluppo: con gli investimenti partono i cantieri, con i cantieri riparte anche l’occupazione ed in qualche modo i servizi. Un sindaco non crea posti di lavoro, ma può creare le condizioni per stimolare l’economia. I fondi europei, nazionali e regionali vanno cercati, presi e spesi. Purtroppo viviamo in una fase storica in cui non è più possibile essere spettatori o attendere ce qualcosa cada dal cielo. Anche gli uffici comunali devono tornare ad incidere sulla qualità della vita cittadina. Al nuovo sindaco non mancherà modo di incentivare e stimolare le capacità che dentro palazzo Vermexio ci sono e possono cambiare il copione delle occasioni mancate. Da questo punto di vista, è lecito attendersi la realizzazione delle piste ciclabili finanziate dal collegato ambientale e progettate in viale Santa Panagia e viale dei Comuni. E poi la partenza dei cantieri da 18 milioni di euro deliberati dal Cipe per la riqualificazione delle periferie e di viale Tisia.
La Tari sarà un altro scoglio da affrontare in Consiglio comunale, una assise dove Italia non può contare – sulla carta – di una maggioranza. E potrebbe non essere sufficiente un accordo sul programma con i consiglieri pentastellati. Real politik invita a seguire con attenzione i primi movimenti nella geografia politica del Consiglio perchè potrebbero andare in scena salti della barricata a stretto giro di posta. La prima partita sarà sulla presidenza dell’assise che dovrebbe essere appannaggio di Ezechia Paolo Reale.