Siracusa. Il Pd distante dalla realtà, sa solo litigare: Lo Giudice mette alla porta Garozzo
La pioggia di preferenze al M5s non ha evidentemente significato nulla per la politica “tradizionale”. Il Pd – travolto dallo tsunami pentastellato – non riesce ad andare oltre alle sue divisioni provinciali. Un clima che si trascina da cinque anni buoni e che non promette nulla di buono, per il principale partito del centrosinistra, per il futuro.
Il sindaco di Siracusa, il renziano Giancarlo Garozzo bolla il Pd come “un partito che non esiste più”. E accusa i segretario provinciale (Lo Giudice) e regionale (Raciti) di inciuci e manovre poco consone alla campagna elettorale.
Un attacco duro e frontale, chiuso con la richiesta di loro dimissioni. Non si fa attendere la replica di Alessio Lo Giudice. “Le affermazioni del sindaco Garozzo non sembrano certo quelle di un dirigente del Pd. Ma è coerente con il suo esplicito sostegno a un candidato all’Assemblea Regionale Siciliana appartenente alla lista di Alternativa Popolare. Sostegno tanto più imbarazzante considerato che non mi risulta che Garozzo si sia ad oggi dimesso dalla Direzione Nazionale del PD, di cui è componente”. Così però il segretario provinciale offre un assist a Garozzo che potrebbe ricordare come Cutrufo, il candidato finito in Ap, doveva essere uomo del Pd ma poi clamorosamente fatto fuori dalla lista dagli stessi organi provinciali del Partito Democratico.
“Perché mai Garozzo si stupisce del fatto che Matteo Orfini, come tanti altri dirigenti nazionali, abbia fatto il suo dovere girando la Sicilia e facendo campagna elettorale per il Pd in alcuni Comuni della provincia di Siracusa? E perché si stupisce del fatto che sindaci del Partito Democratico abbiano votato per il Pd e per i suoi candidati? In realtà, il sindaco Garozzo sembra avere poca dimestichezza con le regole del Partito Democratico. Una scarsa dimestichezza ampiamente dimostrata nella campagna elettorale appena conclusa, in cui si è adoperato per sottrarre voti alla lista del Pd. Ho l’impressione che la reazione scomposta di Garozzo sia volta solo a spostare l’attenzione dal disastro politico prodotto dalle sue stesse scelte”, il ragionamento del segretario provinciale che prova così a mettere alla porta Giancarlo Garozzo. Operazione tentata già in precedenza, con il ritiro del sostegno esplicito del Pd all’amministrazione Garozzo. Il risultato? Sempre lo stesso.