Siracusa. Immobile confiscato alla Mafia diventa atelier per giovani ex detenuti
Riqualificazione di un immobile confiscato alla mafia e rigenerazione sociale per i giovani appena usciti da circuiti penali.
Una doppia finalità per un progetto ambizioso come quello de “Le tele di Aracne” , elaborato dall’Amministrazione comunale di Siracusa, e presentato questa mattina, in sede di conferenza stampa sulla pagina Facebook del Comune di Siracusa.
“Si tratta di un progetto che mi riempie di orgoglio perché questa è la prima volta in cui l’Amministrazione comunale riesce a portare a casa un progetto così ampio e qualificato all’interno del programma di riqualificazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata”– ha detto il sindaco Francesco Italia in apertura della conferenza. Il riferimento è all’immobile di via Bainsizza 145, nel cuore della Borgata, dove nascerà questo incubatore di speranza per il futuro.
L’immobile, ampio circa 100 mq, dopo anni di confisca alle mani della mafia adesso vede una nuova vita nel segno della legalità e dell’inclusione.
La struttura si divide in tre aree: l’ufficio stile, nel quale i progetti prendono forma e vita; la sartoria, che realizza praticamente tutto ciò che viene progettato; ed infine lo showroom, nel quale ogni pezzo realizzato verrà esposto per la vendita al dettaglio.
“All’interno dell’immobile sarà realizzato un soppalco in modo da doppiare gli spazi a disposizione – ha spiegato Gaetano Bex, Rup del Comune di Siracusa – Saranno, inoltre, abbattute tutte le barriere architettoniche nell’ottica di un’inclusione sociale maggiore”.
La riconversione dell’immobile è possibile grazie al progetto “Le tele di Aracne”, elaborato dal Comune di Siracusa, che ha ricevuto il finanziamento ministeriale “Pon Legalità 2014-2020” per favorire “L’inclusione sociale attraverso il recupero di beni confiscati alle mafie”, per un importo 836.561,80 euro di cui il 100% a fondo perduto.
“Un esempio virtuoso di un Comune che spende fondi ricevuti nell’ottica della trasparenza” – ha sottolineato Valentina D’Urso, responsabile ufficio gestione e attuazione del Pon legalità.
“Un progetto che mira a dare una seconda possibilità ai più giovani – ha affermato Stefano Papa, ministero di Giustizia – L’idea è quella di fare capire che la vita è altra cosa, ben lontana dall’illegalità e che una seconda strada è possibile”. Uno strappo con la società civile che, tramite ago e filo, si vuole ricucire per un nuovo futuro.