Siracusa. "In casa da marzo, tampone senza esito: questi sono arresti domiciliari"
“Dal 5 aprile attendo l’esito del mio tampone di fine quarantena. Nessuno mi risponde, nessuno mi fornisce le informazioni a cui avrei diritto e resto chiuso in casa, da solo, come fossi agli arresti domiciliari, praticamente ormai da quasi due mesi”. La storia che racconta Matteo è simile ad altre. Sono quei cittadini, spesso lavoratori, rientrati dal Nord Italia per via della chiusura dei cantieri in cui erano impiegati. “Lavoravo in provincia di Pavia. Il 15 marzo scorso sono tornato a casa- racconta- Mi sono autodenunciato e messo in quarantena, dopo la prevista registrazione e tutte le comunicazioni previste. Ho completato il mio periodo di quarantena il 30 marzo. Fino al 5 aprile, nessuno mi aveva contattato, poi finalmente sono stato sottoposto a tampone. Da quel momento, il silenzio assoluto. Siamo al 23 aprile e non ho notizie. Ho inviato miriadi di email agli indirizzi predisposti, ho tentato centinaia di volte a contattare i numeri telefonici indicati dall’Asp: nulla, nessuno mi calcola, forse perchè non sono nessuno, non ho amici importanti? Vivo praticamente agli arresti domiciliari, con la famiglia sballottata. Mi vengono a portare la spesa ogni due giorni e ritengo che tutto questo non sia affatto giusto”. Nella sua stessa situazione anche i fratelli Antonio e Francesco. Sono rientrati lo stesso giorno, insieme ad altri colleghi, tutti nelle medesime condizioni. La speranza è che l’annuncio di questa mattina, lanciato su FMITALIA dal direttore sanitario dell’Asp, Anselmo Madeddu possa essere effettivamente la svolta che questi cittadini attendono: 200 tamponi al giorno da oggi e 400 da lunedì per accelerare gli iter legati proprio agli esami di fine quarantena.