Siracusa. Inda, contributi Ue: la Cassazione respinge il ricorso della Procura: "Nessun indizio di colpevolezza"
Respinto anche dalla Corte di Cassazione il ricorso presentato dalla Procura di Siracusa sull’inchiesta che ha condotto all’iscrizione nel registro degli indagati di 16 persone tra dirigenti della Fondazione Inda e funzionari regionali in attività negli anni 2009 e 2010. L’inchiesta riguardava l’ipotesi secondo cui l’Inda avrebbe percepito contributi europei in maniera illegittima. Il Gip prima, il Tribunale di Catania dopo, hanno respinto l’impostazione sostenuta dalla Procura. Altrettanto ha fatto la Cassazione. Le motivazioni sono state rese note nelle ore scorse e confermano quanto già stabilito dal tribunale catanese. Confermata, dunque, per la terza volta, la linea degli avvocati Luigi Latina, che aveva sostenuto l’inammissibilità del ricorso, e Titta Rizza, che ne aveva chiesto il rigetto. Secondo la Cassazione non sussistono “vizi logico-giuridici rilevabili in questa sede, essendo state affrontate con insidacabili e approfondite valutazioni di merito tutte le questioni ribadite nel ricorso e già oggetto dei motivi d’appello avverso l’ordinanza di rigetto emessa dal gip”, che aveva ritenuto insussistenti gli indizi di colpevolezza. Nella vicenda, ancora secondo quanto scritto nelle motivazioni, emerge la “mancanza anche di elementi indiziari di un accordo corruttivo fra funzionari pubblici e rappresentanti dell’Inda”. Entrando nello specifico, per la Cassazione risulta, “chiarita l’impossibilità di ritenere che vi fosse stata una duplicazione di finanziamenti, che avrebbe reso impossibile accedere al secondo, oggetto di imputazione, per effetto di un finanziamento cosiddetto ” a regime”. Rispetto al finanziamento di 10 mila euro, utilizzato per “la copertura di altre spese, questo non ha superato il limite consentito dalla legge e non era ancora stato concesso alla data di pubblicazione del bando di finanziamento “incriminato””.