Siracusa. Indagini e avvisi: nel Pd volano gli stracci. "Lo Giudice non è garante di tutti"
Le indagini giudiziarie e gli avvisi che si sono abbattuti sul Comune di Siracusa hanno dato la stura ad una nuova guerra all’interno del Pd locale. Il partito di governo cittadino si spacca e si prepara ad una nuova lacerante stagione. Non sono piaciuti alla corrente renziani gli inviti all’azzeramento della giunta arrivati dal segretario provinciale del Pd, Lo Giudice, dall’assessore regionale Bruno Marziano e dal deputato Pippo Zappulla. “Sembrano rispondere più ad un’esigenza di delegittimazione di una parte nei confronti di un’altra che ad una reale volontà di leale confronto”, dice diretto il vice segretario, Michelangelo Giansiracusa.
“L’attenzione dell’opinione pubblica e la naturale preoccupazione che ne discende di fronte alle recenti vicende giudiziarie sono del tutto evidenti ma il ruolo di guida e di responsabilità di un partito dovrebbe spingere non ad alimentare populismi giustizialisti, attraverso processi sommari o confondendo responsabilità individuali e responsabilità politiche, bensì a chiarire e a distinguere vicende e ruoli”, il ragionamento di Giansiracusa.
“In analoghe situazioni in cui iniziative giudiziarie hanno coinvolto amministratori locali e dirigenti del partito democratico, il segretario Lo Giudice non ha chiesto l’azzeramento di cui oggi si fa promotore ed è, quindi, inevitabile pensare che, nel caso in oggetto, sia animato da motivazioni che stridono col ruolo di terzietà e garanzia per il quale è stato nominato”, il sospetto neanche troppo velato.
“Sembra paradossale, inoltre, che il segretario rivendichi l’azzeramento di una giunta per la quale, fino a una settimana prima, l’area dei cosiddetti riformisti da lui rappresentata reclamava un posto di assessore”, aggiunge a mò di “carico” il vicesegretario.
“Nella misura in cui i comportamenti contestati a singoli esponenti Pd venissero accertati dalla magistratura, il sindaco Garozzo e la sua giunta sarebbero da considerare soggetti fortemente lesi e non, certamente, corresponsabili. Fino ad allora, augurandomi che la magistratura possa continuare a svolgere un lavoro serio ed efficace di contrasto ad ogni forma di illegalità in ogni settore della pubblica amministrazione, continuerò, come ho fatto, ad esprimere la mia personale solidarietà umana e politica ai compagni coinvolti perché possano dimostrare la propria innocenza ed estraneità ai fatti contestati”.