Siracusa. La morte di Tony Drago, mamma Sara ospite della trasmissione "I fatti vostri" su Rai 2

 Siracusa. La morte di Tony Drago, mamma Sara ospite della trasmissione "I fatti vostri" su Rai 2

La famiglia di Tony Drago non si ferma e continua a portare avanti la lotta per chiedere verità e giustizia sulla tragedia che ha colpito il giovane siracusano, caporale dell’Esercito trovato senza vita il 6 luglio del 2014 all’interno della caserma del reggimento “Lancieri di Montebello”, a Roma. Si parlò subito di suicidio, una ipotesi che non ha mai convinto mamma Sara, che domani sarà ospite della trasmissione “I fatti vostri” , in diretta su Rai 2. Sarà ancora una volta l’occasione per lanciare il suo accorato appello perchè la verità su quanto accaduto in quel tragico giorno di luglio emerga, così come le eventuali responsabilità.
Il 13 aprile il gip del Tribunale di Roma si pronuncerà sulla richiesta di archiviazione. E sarebbe una nuova, sanguinante ferita per la famiglia e gli amici del caporale Drago, ragazzo appassionato, cresciuto con il mito delle forze dell’ordine e sempre disponibile ad aiutare gli altri. Come aveva fatto a L’Aquila, durante il terremoto. Lui, allora studente universitario, che salva due ragazze. E poi decide di restare per rendersi utile. Una esperienza che porterà tatuata sulla pelle, con un’aquila appunto e la data “6.4.2009”.
Per la famiglia di Tony Drago ci sono buchi nella ricostruzione di quelle ore. Appunti segnati nero su bianco dai due legali della famiglia, uno a Napoli l’altro a Roma. E che avrebbero trovato parziale conferma anche negli esami medio-legali dei periti di parte.
Dubbi su dubbi, con il terribile sospetto che in caserma sia successo qualcosa di diverso, qualcosa di più di cui nessuno parla. E’ il tarlo che rode mamma Sara, con la mente che torna indietro a quell’agosto del 1999 e al caso di Lele Scieri. “Il nonnismo? C’è nelle caserme italiane”, sussurra a bassa voce. Una voce che diventa forte nel titolo di Giallo: “Mio figlio ucciso in caserma: i suoi assassini sono liberi”.

 

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