Siracusa. La resa dei conti nel Pd provinciale tra "tradimenti" e recriminazioni. Lo Giudice: "Ma non abbiamo perso voti"
Clima da resa dei conti all’interno del Pd provinciale alla luce dell’esito delle elezioni regionali. I fattori di dissidio sono già emersi in maniera chiara nelle scorse ore e vanno ad acuire il clima già avvelenato, che ha condotto a spaccature anche in merito alle candidature e al sostegno ai singoli candidati. Che l’intenzione non sia quella di stringersi la mano e di ricominciare in serenità il percorso interno alla forza politica è stato esplicitamente detto dall’assessore regionale uscente, Bruno Marziano, una volta acquisita la certezza della sua mancata elezione. Marziano ha annunciato l’intento di far valere, all’interno del Pd, il proprio peso. Non ha digerito, e non ne fa mistero, la scelta del sindaco di Carlentini, Pippo Basso di sostenere la candidatura di Giovanni Cafeo, ritenendola una sorta di “punizione” per l’esclusione dalla lista del Pd provinciale.Ma questa non è l’unico nodo da sciogliere. L’altra questione riguarda la scelta del sindaco Giancarlo Garozzo e di parte della sua giunta di sostenere la candidatura di Gaetano Cutrufo con la lista Alternativa Popolare. Da comprendere, inoltre, quali conseguenze possano avere, a livello provinciale, le dimissioni di Davide Faraone. Il segretario provinciale, Alessio Lo Giudice sfiora alcuni di questi temi nella sua disamina post elettorale. Inizia parlando di “amarezza e della necessità di una riflessione”. La sua analisi prende le mosse da due osservazioni, che riguardano il dato dell’affluenza, sensibilmente in calo (“vuol dire che le istituzioni, politiche e sociali, non sono in grado di coinvolgere i cittadini nella pratica democratica”) e la compattezza del Centrodestra. “Sul risultato- sostiene Lo Giudice- incidono anche fattori evidenti, come l’incomprensibile scelta di MDP e soci di presentare un progetto politico minoritario e velleitario, funzionale alla vittoria della destra”. Il segretario del Pd riconosce anche una incapacità. “Non siamo stati in grado- spiega- di rappresentare al meglio la qualità della proposta politica incarnata da Fabrizio Micari, dissociandola dal giudizio critico sull’esperienza Crocetta”. Lo Giudice non lesina critiche ai vincitori. Lo fa partendo dall’augurio, indirizzato al presidente della Regione, Nello Musumeci, di un buon lavoro, aggiungendo però l’auspicio “che il ceto politico di cui si circonda, discutibile e di vecchio stampo, si dimostri meno influente di quanto noi tutti, a ben vedere, temiamo”. Per la provincia, Lo Giudice non parla di sconfitta del partito. Parla di un 13% in linea con i risultati del 2012 “nonostante la scissione di inizio 2017 e malgrado alcuni dirigenti del Pd abbiano apertamente appoggiato un candidato della lista di un altro partito, violando il nostro statuto, che prevede l’obbligo per gli iscritti di sostenere lealmente ed esclusivamente i candidati presenti nelle liste del partito”. Sulla mancata elezione di Bruno Marziano, Lo Giudice usa poche parole, ricorda che si tratta di uno dei fondatori del Pd, lo definisce “costante riferimento in tutti questi anni in cui ci ha con competenza rappresentato all’Ars e, da ultimo, nella giunta regionale. La sua esperienza e la sua determinazione saranno, così come in passato, risorse preziose per tutti noi”. A Giovanni Cafeo, “complimenti e l’augurio di interpretare al meglio l’importante ruolo affidatogli dagli elettori, agendo quale deputato di tutto il Pd nell’interesse della comunità provinciale siracusana”.