Siracusa. Ex Provincia Regionale, per i sindacati non basta: pronta ad esplodere la rabbia dei dipendenti
Il tappo sta per saltare. Difficile, se non impossibile, cercare di calmierare una rabbia pronta ad esplodere. E’ questioni di giorni. Oggi o forse lunedì, dopo l’incontro in prefettura. Ma la situazione dei lavoratori della ex Provincia Regionale di Siracusa è ormai fuori controllo. Oggi assemblea sindacale in via Roma, con i sindacati che non potranno far altro che allargare le braccia.
Non ci sono soldi. E da Palermo c’è una sorta di ostruzionismo di difficile lettura che va a combinarsi con quel brutto vizio in campagna elettorale di appoggiarsi alle disgrazie della gente. “Il direttore generale della Regione non da corso alla ripartizione dei 2,7 milioni attesi a Siracusa e gli 8 milioni ripartiti con un secondo provvedimento non vengono assegnati: l’assessore Lanteri fa melina, è in campagna elettorale”. Parole e musica di Franco Nardi, segretario della Funzione Pubblica Cgil. “La gente soffre e nessuno si assume responsabilità. Sei mesi senza stipendio, si elemosina anche una mensilità nell’indifferenza della politica. Se la prossima settimana le risorse non saranno assegnate, prevedo proteste serrate e fuori controllo. L’ordine pubblico è a rischio mai come ora”.
Tra i circa 600 lavoratori della ex Provincia Regionale la disperazione è di casa. Da sei mesi sono senza stipendio dopo anni con salari arrivati uno ogni cinque mesi circa. “Un disagio che non possiamo contenere. La gente è esposta con le banche, in difficoltà nella vita di tutti i giorni. Case a rischio asta, con mesi di mutuo non pagati. Può succedere di tutto”.
Sempre più incomprensibile l’atteggiamento del commissario Arnone. Difficilmente chiuderà il bilancio e non ci sarà alternativa al default. Perchè proseguire nell’agonia quando il dissesto permetterebbe un approccio e una soluzione diversa ai problemi? “Il commissario è espressione di questa politica che galleggia senza risolvere i problemi. Al dissesto ci arriveremo, al 99%. Non ci sono altre strade per uscire dal pantano”, la chiosa amara del sindacalista.