Siracusa. La vittoria dei parcheggiatori abusivi, la stagione è salva. Con la "complicità" del Consiglio Comunale
Alla fine hanno vinto i parcheggiatori abusivi in “servizio” nei pressi del parco archeologico della Neapolis. La stagione (esentasse) è ormai salva. Niente e nessuno riuscirà a farli sloggiare dalle loro postazioni prima di ottobre. Cioè quando lasceranno autonomamente la zona per mancanza di “clienti”.
Nonostante il coro di polemiche, lo sdegno social, le operazioni di contrasto (spuntate per legge), la presenza di vigili urbani ed articoli e lettere di protesta sulla stampa nazionale loro, gli abusivi in pettorina da 3 euro l’ora per macchina in sosta (tutto in nero, s’intende) hanno battuto tutto e tutti.
Hanno capito il trucco. E cioè che nessuno poteva far loro nulla. Multe, certo. Vai e vieni in caserma e comando dei vigili urbani per identificazione. E alla fine eccoli sempre lì. Ormai neanche le divise incutono il giusto timore reverenziale.
Eppure i controlli sono strombazzati, così come i presidi. Ma non sono serviti assolutamente a nulla. E già a maggio era chiaro. Posto che le norme sono spuntate (in attesa del Daspo) perchè – viene da chiedersi – non sono stati installati dei parcometri? Tre, non trenta. Ci sono telecamere di sorveglianza nella zona, collegate con la Questura, e nessuno avrebbe potuto pensare di distruggerli e farla franca.
E se la soluzione è il Daspo Urbano, strumento introdotto ad inizio anno dal decreto sicurezza, Siracusa ha perso tempo. Bene la volontà di applicarlo solo che qui non si può senza una corposa revisione del regolamento di Polizia Urbana. Non che le altre città siciliane siano messe meglio. Ma non può sempre valere il mal comune, mezzo gaudio.
Specie se finalmente il nuovo regolamento arriva in Consiglio comunale e per due volte viene a mancare il numero legale. Nulla di fatto, buone ferie a tutti. E’ successo nei giorni scorsi. In fondo, che sarà mai risolvere un problema della città e dare ai cittadini ed alle loro proteste il giusto peso? Una ennesima brutta figura per una assise in cui, per la verità, non mancano delle personalità di spicco e capaci ingabbiate però non si capisce in chissà quale “illogica” politica o partitica.