Siracusa. L'Annunciazione ovvero il capolavoro solitario: poca visibilità per un "masterpiece"
Non sono solo i cancelli chiusi a limitare la fruizione delle tante bellezze di Siracusa. Prendiamo il caso dell’Annunciazione di Antonello da Messina. Dipinto di incomparabile bellezza e suggestione, finito in tutti i libri di storia dell’arte. Eppure non tutti sanno che quel capolavoro ha “casa” a Siracusa, esattamente al Museo Bellomo. Dovrebbe far da traino alle visite in quella struttura. Ma il sistema di promozione non è mai neanche realmente partito in maniera efficace. Lo sanno le scuole locali, per le visite guidate. Ma un turista non troppo documentato, un turista pigro che legge appena Wikipedia, giunto a Siracusa come dovrebbe scoprirne l’esistenza?
Dell’Annunciazione si è parlato di recente perchè la volevano a Taormina, in occasione del G7. Tanto è noto al mondo quel quadro che volevano fosse esposto ed ammirato anche dai grandi della Terra. Polemiche, levate di scudi e – fortunatamente – non se ne fece nulla. Opera fragile, ogni trasloco è un rischio. In precedenza, su quell’opera si era tornato a litigare per il suo spostamento a Palazzolo, dove era nato e commissionato nel 1474.
Ma oltre alle sporadiche attenzioni in occasione di un qualche spostamento, di quel capolavoro non si parla e non si sa molto a Siracusa. E’ lì al Bellomo, ben esposto e raccontato per gli occhi di pochi, informati ed appassionati. Fosse ben promozionato, meriterebbe ben altre attenzioni in città invasa dai turisti da marzo ad ottobre.
L’Annunciazione, fatte le dovute proporzioni, dovrebbe essere per il Bellomo quello che la Gioconda è per il Louvre a Parigi. Ovvero un’immagine da copertina, un richiamo naturale, un accostamento automatico come dire Siracusa-teatro greco-Ortigia-Caravaggio-Antonello da Messina.
Nel 2006 vollero quel quadro anche a Roma, alle Scuderie del Quirinale. Poi l’opera è stata affidata all’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro, sempre nella capitale. Nel 2009 il ritorno al Bellomo e la curata esposizione attuale. In una sala più vuota che piena.