Siracusa. L'annuncio choc del Museo: servono risorse per andare avanti, "vendiamo i papiri"
Il museo del Papiro di Siracusa mette in vendita 20 frammenti di papiri greci e demotici della propria collezione. Servono risorse per autofinanziarsi ed evitare la chiusura e l’unica soluzione individuata da Anna Di Natale e Corrado Basile (noti e apprezzati per le loro ricerche) è questa. L’annuncio, apparso sul sito del museo e su facebook, ha subito fatto gridare allo scandalo vari papirologi d’Italia.
Roberta Mazza, curatrice del museo di Manchester, intervistata da La Stampa non nasconde la sua contrarietà. “Mi domando cosa pensino i membri dell’Istituto internazionale del papiro della vendita e che tipo di messaggio il museo pensi di trasmettere alle nuove generazioni, vendendo manoscritti antichi di cui il museo medesimo dovrebbe infatti essere custode”, racconta al quotidiano.
Corrado Basile ha confermato la vendita. “Siamo obbligati, la Regione ci ha dimezzato di anno in anno i contributi. Vendiamo perché abbiamo bisogno di liquidità per andare avanti”. Dai 117.000 euro del 2009 ai 15.750 del 2017. A farsi avanti per l’acquisto sarebbero state già alcune università, italiane ed estere. I papiri non potranno essere acquistati da collezionisti privati.
I papiri messi in vendita sono inediti, quindi non ancora tradotti. Questo rende difficile ipotizzare quanto possano valere in una eventuale asta o trattativa. Da 100 dollari al pezzo a svariate migliaia di euro. Il museo siracusano ha sede nell’ex convento di Sant’Agostino, in Ortigia.