Siracusa. L'avanzata del disagio giovanile: "genitori deleteri se fanno solo gli amici"
Non si è ancora arrestata l’eco della notizia relativa alla denuncia di sei minorenni, autori di un lancio di uova contro la Municipale di Siracusa costato una denuncia in Procura. Un episodio che ha scosso una comunità sonnacchiosa, poco avvezza a “sfide” all’autorità di simile portata. Emulazione (recenti fatti simili a Napoli) o altro? Perchè si decide, a sedici anni ,di prendere un uovo e lanciarlo all’indirizzo delle divise? Lo abbiamo chiesto allo psicoterapeuta Roberto Cafiso, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asp di Siracusa.
“La voglia di trasgredire, di sfidare il sistema, è fisiologica ad una certa età. La contestazione giovanile è quasi normale, in certe forme. Ma oggi si pensa che si può prendere di mira tutto e chiunque, godendo di impunità ad ogni livello: sociale, familiare e giudiziario”. Un clima da liberi tutti che rende – idealmente e nelle menti più giovani – ogni cosa possibile, senza freni e senza limiti.
“La bravata in sè non è sintomo di disagio. Qualcuno all’interno del gruppo ha forse pensato di sfoga l’aggressività verso una immagine, la divisa o l’auto polizia, di cui non accetta il significato”, dice ancora Cafiso.
I ragazzi provengono da famiglie siracusane normali, le classiche famiglie “perbene”. I genitori sono rimasti sorpresi, mortificati dall’accaduto con un forte senso di vergogna in alcuni casi. “I genitori devono intavolare un dialogo con i figli. Devono farsi spiegare le ragioni del gesto per poi chiarire che quella adottata non è una modalità sana di espressione. Per esprimere dissenso ci sono altre forme: lo sport, la scrittura. In famiglia genitori e figli devono dialogare. Perchè la colpa non va cercata nella società o nei modelli forniti dalla televisione. Il primo processo educativo avviene in famiglia: qualche no in più e regole meno elastiche a casa sono più che utili come freno. E invece oggi viene a mancare la percezione di quanto grave sia il gesto perchè magari i genitori non fanno i genitori adulti ma gli amici. Una simmetria che non può esserci perchè i ruoli non sono sovrapponibili. Se fanno gli amici a tempo pieno, i genitori sono deleteri”, spiega lo psicoterapeuta.
La denuncia è punizione sufficiente? “No, ritengo che debba essere affiancato dal dissenso dei genitori di questi ragazzi. Il loro biasimo e una condanna netta, senza nessuna agevolazione o alibi. Anche ammesso che ve ne siano, è bene non concederli adesso. Il momento della sanzione è importante. Non devono abbandonare i ragazzi, devono essere di supporto anche nel cammino giudiziario ma facciano capire la gravità del gesto. Al di là della sanzione che sarà eventualmente comminata loro”.