Siracusa. Le scale del Pantheon "casa" per alcuni migranti. L'impegno della Caritas e della parrocchia
Il Pantheon e la vicina piazza sono diventati la loro “casa”. Le poche cose personali ammassate in cima alla scalinata del monumento, raccolte in sacchi di plastica o lasciate dietro un pilastro o ancora accanto ad un angolo. Generalmente sono una settantina, principalmente eritrei. Di loro sta cercando di occuparsi la vicina Caritas, insieme alla parrocchia con l’opera di padre Mangiagli. Forniscono pasti, di giorno alla mensa Caritas e poi anche panini per cena con la parrocchia mobilitata nelle ore serali.
Gli stranieri si ritrovano ogni giorno nell’area. Sono accomunati dalla stessa etnia e sebbene molti di loro abbiano trovato ricovero in uno dei centri di accoglienza del territorio, pare che alcuni trascorrano anche la notte accanto al Pantheon, dormendo in rifugi di fortuna, una coperta o del cartone.
Non è difficile in effetti scorgerli seduti sulle panchine nei pressi dei Villini o all’interno dei giardini ad ogni ora del giorno. Le auto passano accanto e guardano, con poca attenzione e distacco. Qualcuno si chiede cosa ci facciano lì, ormai da giorni. Non mancano anche isolati gesti di solidarietà da parte dei siracusani. Indumenti, bevande ma c’è stato anche chi ha ospitato in casa per la notte una giovane mamma con il suo bimbo di un paio di anni. Le forze dell’ordine seguono con discrezione. Non c’è mai stata necessità di un intervento. Sotto traccia, però, c’è anche chi inizia a chiedersi se non valga anche per il Pantheon la regola del decoro e del bivacco sulla scalinata.