Siracusa. L'esperto: "Viadotto di Targia in condizioni critiche. Lavori entro due anni o tutto può accadere". Intervista con il professore Badalà
“Il viadotto di Targia è in condizioni peggiori rispetto quello che è crollato nell’agrigentino”. Parole pesanti e non dette da una persona a caso. Abbiamo contattato al telefono il professore Antonino Badalà, esperto in ingegneria strutturale. Ha eseguito lui per contro della procura la perizia sulla struttura recentemente crollata. E sempre lui ha verificato lo stato del manufatto di Targia quando, diciotto mesi addietro, l’amministrazione comunale ha chiesto il suo intervento. In Sicilia è una delle massime autorità in materia. Ecco perchè le sue parole meritano di essere ascoltate e sottolineate.
Intanto una rassicurazione. Il viadotto di Targia non è a rischio crollo. Non nell’immediato almeno. “Ma senza i necessari interventi, tra due o al massimo tre anni non si può escludere nulla”, dice ancora Badalà. La fortuna – se così si può dire – dell’infrastruttura siracusana è che è stata costruita seguendo vecchie tecniche con massiccio impiego di cemento armato, “che è più duttile e meglio sopporta le sollecitazioni del traffico, grazie anche alle campane ridotte e ravvicinate”.
In attesa del finanziamento, Badalà non ha dubbi: si può continuare ad utilizzarlo “a patto che si rispettino le attuali prescrizioni”. Quindi assoluto divieto di transito per i mezzi pesanti e apertura di una sola corsia in un unico senso di marcia. Ma i lavori di manutenzione straordinaria vanno fatti in fretta. Lo si spieghi a Palermo, dove i 20 milioni di finanziamenti europei rischiano di ignorare l’emergenza di Siracusa.
E dire che, guardando il progetto approvato, l’intervento non è neanche complicato. “E piuttosto rapido, valutando le circostanze”, sottolinea il professore Badalà. Ma per almeno dieci mesi il viadotto andrebbe chiuso, completamente. Si demoliscono le impalcature e si crea una nuova struttura mista in calcestruzzo e acciaio, leggera e resistente.