Siracusa. Lettera dell'associazione dei presidi: "Impotenti in scuole vergognose, le chiavi andrebbero consegnate al prefetto"

 Siracusa. Lettera dell'associazione dei presidi: "Impotenti in scuole vergognose, le chiavi andrebbero consegnate al prefetto"

“I dirigenti scolastici si trovano impotenti davanti a famiglie che fuggono da strutture fatiscenti e chiedono a gran voce che i loro figli frequentino le poche strutture ancora in buono stato con locali degni di chiamarsi scuole”. Pinella Giuffrida, referente dell’Associazione nazionale dirigenti e Alte professionalità entra nel merito delle polemiche che in queste settimane stanno riguardando in particolar modo la vicenda della convivenza forzata tra tre istituti comprensivi in un’unica sede, con le relative dispute. Pinella Giuffrida parla a nome dei dirigenti di Siracusa, sostenendo in maniera chiara che “non possono oltremodo continuare a tenere sulle proprie spalle la responsabilità gravosa di accogliere studenti in scuole che per legge non hanno i requisiti minimi di sicurezza e dovrebbero essere chiuse, e le chiavi consegnate direttamente al prefetto. A volte si presume, ma si ignora, perciò ci si permette di utilizzare parole inidonee.  “Fare” significa prioritariamente “sapere”, non presumere. Conoscere personalmente – e non per sentito dire – le condizioni vergognose in cui versa la maggioranza delle scuole della città. Significa quindi prendere atto che è indispensabile inserire in bilancio dell’Ente Locale le somme idonee (e non pochi spiccioli) per le manutenzioni straordinarie, con un piano attento e scrupoloso”. Giuffrida prende le difese della dirigente scolastica su cui in queste settimane si stanno concentrando le attenzioni anche di alcuni esponenti politici. “E’ del tutto evidente -spiega la rappresentante dei dirigenti scolastici- come ci sia tra i pubblici amministratori locali grande confusione nel relazionarsi con i dirigenti di altri enti pubblici quali i dirigenti delle scuole, nonostante queste ultime per la Costituzione della Repubblica italiana abbiano parità di rango con Comuni e province. Appare ancora più assurdo l’assalto alla dignità professionale e personale di un dirigente scolastico se si considera che il quartiere nel quale è scoppiato tale attacco mediatico – Epipoli – ha solo due edifici scolastici per accogliere l’utenza, da tempo insufficienti per il fabbisogno della popolazione che vi risiede. Fare bene il proprio lavoro, garantire il diritto delle famiglie di scegliere la scuola reputata migliore per servizi, strutture e offerta formativa e il diritto dei bambini e delle bambine di frequentarla è oggi una colpa, un reato? L’ignoranza genera mostri, fatti anche di parole. Quali competenze ha un consigliere eletto a fronte della professionalità altrui? E quale normativa conosce oltre quella che presume? La legge dice chiaramente che l’Ente Locale deve provvedere a “fornire” i locali”.

 

 

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