Siracusa. L'inquinamento da Pm10 che quasi non fa più notizia
C’è un inquinamento di cui poco ormai si parla a Siracusa, nonostante le strigliate dell’Unione Europea che ha puntato l’indice contro Palermo, Niscemi e proprio la città di Archimede. E’ quello collegato ai livelli di Pm10, il famoso particolato. Polveri sottili insidiose per trachea e bronchi, collegate al traffico veicolare e alle emissioni delle auto.
L’ultimo sforamento di cui si ha notizia – attraverso i dati finalmente pubblici e aggiornati raccolti dalle centraline della ex Provincia – è datato 10 novembre, lunedì. La centralina di viale Teracati segnala come valore medio di Pm10 nell’arco della giornata 77 microgrammi per metrocubo. Il limite massimo previsto per legge è di 50. Sotto questa soglia, ma sempre su livelli di guardia, il valore registrato dalla centralina di Scala Greca: 37. Il fatto che si tratti di una media sulle 24 ore lascia pensare che in alcuni momenti della giornata le Pm10 siano state quanto meno molto vicine alla soglia massima.
Siracusa “fuorilegge” anche per giornate di sforamento nell’arco di un anno solare. Nel 2014, la centralina di via Bixio ha già contato 40 superamenti a fronte delle 35 giornate previste dalle norme vigenti. Teracati segue a ruota con i suoi attuali 33 sforamenti.
Nella classifica redatta a febbraio da Legambiente nel suo rapporto “Mal’aria”, Siracusa – con la sua centralina peggiore come rilevazioni – si sarebbe attestata al 33esimo posto tra i capoluoghi di provincia che hanno superato la soglia limite di polveri sottili in un anno. Ma, come spiegano dall’associazione ambientalista, i dati relativi al 2013 non erano di facile accesso ed ecco perchè Siracusa non è presente in quella classifica nonostante i suoi “numeri”.
Per contrastare l’inquinamento da Pm10 la legge mette a disposizione dei Comuni due strumenti: la misura del traffico a targhe alterne e l’estremo rimedio del blocco del traffico.
Ci sarebbe, poi, da parlare di un inquinante secondario: l’ozono.Si forma per processi fotochimici innescati dalla reazione di alcune sostanze inquinanti (chiamate precursori dell’ozono, come per esempio gli ossidi di azoto) e le radiazioni ultraviolette, più forti nel periodo estivo. I limiti previsti dalla normativa per le emissioni di ozono troposferico (O3) consentono un massimo di 25 giorni di superamento della soglia giornaliera, pari a 120 µg/m3 mediata su otto ore consecutive. A Siracusa i giorni di superamento sono stati 45, come Lodi e Torino. Per Legambiente, vale il piazzamento al 36.o posto tra le città con la più alta media del numero di giorni di superamento della media mobile sulle 8.