Siracusa. Metamorfosi politiche, tradimenti e altre storie: “impresentabili ora responsabili”
Il salto della barricata del gruppo di Amo Siracusa, nato come opposizione ma adesso entrato in giunta con Maura Fontana, manda su tutte le furie Ezechia Paolo Reale. Il leader di Progetto Siracusa era stato sostenuto nella sua corsa per la sindacatura anche da quel gruppo politico che un anno dopo le elezioni pare aver cambiato opinione.
“L’ingresso in giunta del gruppo di Amo Siracusa, che aveva appoggiato la mia candidatura alle elezioni, è stato salutato dal Sindaco, con una lunga ed accorata perorazione, come atto di responsabilità verso la città che, per poter sopravvivere, pare proprio abbia assoluto bisogno di loro e di qualche altro ‘responsabile’, già arruolato o pronto ad esserlo. In realtà non è così. Ad aver bisogno di loro non è la città, ma il sindaco. Siracusa avrebbe, invece, avuto bisogno della loro coerenza per interrompere un’esperienza di governo sino ad oggi disastrosa”, si sfoga.
Reale punta l’indice contro Mangiafico e Ricupero, eletti proprio con il “suo” Progetto Siracusa. “La scelta di schierarsi con il sindaco, e contro il proprio movimento, è un tradimento degli ideali e dell’impegno profuso dagli altri 30 candidati e da tutti i sostenitori di Progetto Siracusa. Che il Sindaco li abbia appellati come ‘responsabili’, con un richiamo immediato e diretto, che immagino non voluto, ai più celebri Razzi e Scilipoti, è già ironia sufficientemente descrittiva, alla quale non è necessario aggiungere altro. Sono, invece, contento per gli amici di Amo Siracusa, eletti e non eletti, compresi i vertici Gaetano Cutrufo e Mario Bonomo. Trattati come pezzenti e delinquenti, durante una campagna elettorale falsa e violenta, segnalati al Prefetto come ‘impresentabili’ e dati in pasto all’opinione pubblica, oggi le donne e gli uomini di Amo Siracusa costringono chi li offendeva e li denunziava ad elogiarli ed a scodinzolare ossequioso al loro cospetto. Gli ‘impresentabili’ di ieri – dice con mordente sarcasmo Reale – si sono trasformati, come per miracolo, nei ‘responsabili’ di oggi, accolti positivamente, per il tempo che saranno utili, nei circoli intellettuali e nei salotti bene della città da quella borghesia snob che storceva il naso raffinato ed agitava le manine ben curate quando Randazzo, Moschella, Italia e Granata fremevano di sdegno di fronte al loro imminente assalto ai cristallini ed immacolati palazzi del potere locale. E’ una bella rivincita. Ma quella che per gli ex impresentabili è metamorfosi, per Fabio Granata è nemesi, destino beffardo. Proprio sui loro voti oggi si poggia, ironia della sorte, il suo nuovo assessorato alla ‘legalità'”.