Siracusa. Migrante muore poco dopo lo sbarco: arresto cardiaco
I documenti che raccontano l’ultima parte della storia di uno sfortunato immigrato originario del Ghana si chiudono con due parole: arresto cardiaco. E dietro quella fredda espressione, ci sono gli stenti e le difficoltà di un viaggio della speranza verso una nuova terra promessa. A 29 anni lui voleva fortemente una vita diversa. Al punto da affrontare le difficoltà di una simile avventura. I trasferimenti a piedi, le violenze dei trafficanti di uomini e solo alla fine quella traversata in mare stipati come bestie in barconi precari, spesso in sala macchine, dove si respirano i veleni del motore.
Venerdì era sbarcato ad Augusta, provato, pare – secondo alcune testimonianze – persino incapace di reggersi in piedi da solo, gli occhi spenti. Subito il trasferimento al centro di accoglienza Umberto I. Qui le sue condizioni si sono aggravate, con una sofferenza cardiaca esplosa ventiquattro ore dopo e contro cui nulla hanno potuto i medici a bordo del Polibus di Emergency, intervenuti con le tecniche di rianimazione. E’ morto così, in quella terra promessa che aveva sognato e per cui aveva lottato. Con tutte le forze, fino alla fine.