Siracusa. Movida, controlli intensificati da venerdì alla Marina ed al lungomare Alfeo
In tutta Italia hanno suscitato clamore e reazioni di stizza le immagini degli assembramenti nei luoghi tradizionali della movida. Non ha fatto eccezione Siracusa: i video e le foto dei giovani accalcati e senza alcun rispetto delle minime prescrizioni richieste sono diventati oggetto di dibattito. Per il momento, nessuna minaccia di coprifuoco nel fine settimana da parte dell’amministrazione comunale. Ma da questo venerdì la musica cambia, con i controlli che si intensificheranno e non saranno più limitati al semplice “warning” ma direttamente alla sanzione. Chi non rispetta le distanze o l’obbligo di indossare la mascherina – dove previsto – sarà multato.
Il comandante della Polizia Municipale, Enzo Miccoli, conferma che le pattuglie presidieranno in particolare la Marina ed il lungomare Alfeo. “Venerdì, sabato e domenica saremo in quei luoghi di maggiore concentrazione e assembramento. Saremo lì per controllare quello che succede e verificare il rispetto delle norme. In primo piano c’è la tutela della salute pubblica”, spiega in diretta su FMITALIA.
“Siamo stati tolleranti, abbiamo compreso le ragioni di tutti. Quelle dei ragazzi reduci da un lungo lockdown, quelle degli esercenti che finalmente ripartono. E siamo stati elastici. Però ci sono delle norme chiare e noi siamo lì per verificare che siano rispettate”, aggiunge. Nel caso in cui questo non avvenga, scatteranno le multe.
Per lo psicoterapeuta Roberto Cafiso, direttore del Dipartimento di Salute mentale dell’Asp di Siracusa, i giovani “in modo provocatorio, quasi spocchioso inneggiano alla libertà. E’ una voglia di sfida alle norme di buon senso. Purtroppo c’è una fetta di popolazione, senza età, che non ne vuol sentire di accettare delle regole. I ragazzi poi, in barba alle indicazioni, fanno quello che vogliono. Quelli attenti e rispettosi delle norme quasi finiscono espulsi dai gruppi di amici o vengono presi in giro come sfigati perchè indossano la mascherina. Sfidano il virus, dicono ‘tanto a me non fa nulla’. Ok, esorcizzano la paura – conclude Cafiso – ma non fanno bene a loro ed espongono al rischio la loro famiglia”-