Siracusa. Nervi tesi nel Pd, Baio: “Questo partito non è democratico”

 Siracusa. Nervi tesi nel Pd, Baio: “Questo partito non è democratico”

Non accennano a placarsi le tensioni all’interno del Partito Democratico provinciale.

Salvo Baio, componente dell’assemblea provinciale va giù duro nei confronti del presidente, Paolo Amenta, sostenendo che “non convoca, per ragioni che mi piacerebbe conoscere, l’assemblea dal 14 settembre del 2020”.

Accuse anche nei confronti del segretario, Salvo Adorno, che “anzichè censurare tale comportamento ed eventualmente obbligare, raccogliendo le firme, Amenta a convocarla, mastica amaro, ma subisce”. Nessun momento di confronto, dunque, da 19 mesi, l’aspetto che Baio evidenzia.
Il  componente dell’organismo di partito ricorda che il Pd “sia spaccato in due metà, una con il 53 per cento e l’altra con il 47 per cento. Le due metà dal 21 giugno 2020 (data del congresso) non sono riuscite non dico a ricompattarsi, ma a trovare un minimo comune denominatore politico e programmatico”.

Nemmeno spostandosi dalla realtà locale, Baio trova spiragli migliori. “Gli organismi regionali e nazionali del partito-rende noto-  non hanno fatto nulla fino ad ora per fare uscire il partito da questa inaudita situazione, imponendo il rispetto delle regole democratiche”.
Baio sollecita Adorno ad una “grande spinta unitaria per ricercare modi e tempi per superare le divisioni interne e ristabilire quelle che un tempo si chiamavano le ragioni dello stare insieme. Compito difficile-dice ancora-  in un partito costruito col bilancino delle correnti, fermo restando che non si può riconoscere ad esse alcun ruolo sostitutivo degli organismi di partito”.

La soluzione sarebbe, secondo Baio, da individuare in sede di assemblea provinciale e con la presentazione di un documento politico da sottoporre al confronto e al voto. “Restituire il primato alla politica” è, secondo l’esponente del Pd la strada da seguire.

Infine una nota di amarezza. “Al congresso- conclude Baio- avevamo delineato un Pd ben diverso da quello che oggi è sotto i nostri occhi. Da qui la necessità, se vogliamo salvarlo, di aprire con determinazione una nuova fase politica che recuperi il progetto congressuale e dia slancio al partito”.

 

 

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