Siracusa, Noto e Canicattini: si amplia il fronte del no al grande impianto fotovoltaico degli iblei
Si allarga il fronte del no alla costruzione di un grane impianto industriale fotovoltaico a terra in contrada Cavadonna. I sindaci dei tre territori interessati dall’opera – Siracusa, Canicattini e Noto – si sono incontrati per pianificare una unica azione di opposizione alla ripresentazione al Comune di Canicattini Bagni del progetto dalla potenza nominale di 67,421 MWp, su un terreno agricolo di oltre 100 ettari.
“Quell’impianto modificherebbe radicalmente lo stato dei luoghi ed ancor di più la visione programmatica del parco degli Iblei”, spiegano i sindaci Italia, Miceli e Bonfanti insieme al presidente del consiglio comunale di Canicattini Bagni, Paolo Amenta.
Il progetto presentato dalla società romana Lindo srl, prevede la collocazione di una distesa di pannelli montati su strutture a inseguimento monoassiale in configurazione bifilare, in almeno un milione di metri quadri di terreno in località Cavadonna, tra l’area artigianale alle porte di Canicattini Bagni e Siracusa, con l’energia prodotta veicolata mediante un cavidotto MT (media tensione) interrato, lungo circa 10 km, transitando da 67 cabine inverter, 5 cabine MT, 1 controllo room, una cabina di consegna e una cabina utente di trasformazione MT/AT (da media ad alta tensione) realizzata in adiacenza alla costruenda sottostazione AT di proprietà di Terna in località Case Sant’Alfano, in territorio di Noto ma a ridosso di Canicattini Bagni.
Ala Regione sono stati trasmessi i pareri negativi apposti dal Settore Territorio del Comune di Siracusa e dall’Ufficio Tecnico del Comune di Canicattini Bagni su cui si erano espressi in linea anche i Consigli comunali.
Una delle principali note critiche riguarda l’aspetto paesaggistico e visivo. “La realizzazione dell’intero impianto fotovoltaico deturperebbe l’altopiano ibleo”, spiega in particolare Amenta. “Basti pensare che posizionandosi nel centro storico di Ortigia, patrimonio Unesco, nell’area della Fonte Aretusa e Lungomare Alfeo, si vedrebbe questo abbagliante lago di specchi, in netto contrasto con il paesaggio. E’ impensabile che la deturpazione del paesaggio possa essere mitigata con schermature arboree in prossimità dell’impianto mentre è evidente che l’impatto sarebbe notevole e non solo per la vista da Siracusa”, insiste il presidente dell’assise di Canicattini.
Non meno importante sarebbe, poi, la perdita di centinaia di alberi d’ulivo secolari e di macchia mediterranea esistente nei terreni interessati dalla realizzazione. “Si parla nel complesso di una estirpazione di circa 1600 piante tra olivi, carrubi, perastri, olivastri, lentischi, etc., di cui solo 500 di essi reimpiantati in loco. Il danno sarebbe irreversibile con l’abbattimento di alberi d’ulivo, essenze tipiche protette, anche per la produzione di olive con caratteristiche organolettiche di alta qualità”.
Ed a chi manifesta sorpresa per la contrarietà di fronte ad un progetto di produzione di energia da fonti rinnovabili, pronta è la replica. “Fotovoltaico di tipo industriale, in sostituzione di colture agricole: non rappresenta un passo avanti verso l’ecosostenibilità né la naturale vocazione dei territori interessati”.