Siracusa. Nuovo ospedale, il commissario Asp apre la fase della progettazione
E’ la costruzione del nuovo ospedale di Siracusa a monopolizzare la prima uscita pubblica del neo commissario dell’Azienda Sanitaria Provinciale, Lucio Ficarra. Sceglie la strada della prudenza, chiedendo tempo per studiare nel dettaglio le carte ma anticipa subito la volontà di dare incarico all’ufficio tecnico dell’Asp di predisporre gli atti propedeutici all’avvio della progettazione definitiva. Ad oggi, infatti, esiste solo un progetto di massima del nuovo nosocomio, anche perchè non era chiaro sino a poco tempo fa su quale area costruirlo e con quali fondi.
I tempi per la progettazione saranno brevissimi, assicura Ficarra. Quanto alle caratteristiche del nuovo ospedale, l’Asp attende la pubblicazione della rete ospedaliera con le relative indicazioni su dipartimenti e reparti. Informazioni utili, queste, per poter progettare con criterio gli spazi della nuova struttura sanitaria. “Sarà adeguata agli attuali bisogni”, assicura il commissario mostrando un certo ottimismo verso quella che definisce “una sfida nuova”.
A breve Ficarra incontrerà il sindaco Francesco Italia, per approfondire la collocazione dell’ospedale rispettando la pronuncia del Consiglio comunale. “La Regione ha dettato i tempi, li rispetteremo”, assicura facendo riferimento alle parole che il governatore Musumeci ha ripetuto pochi giorni fa ai microfoni di SiracusaOggi.it.
Manca soltanto la disponibilità materiale del finanziamento – e quei 10 milioni circa a carico proprio dell’Asp – e poi si potranno appaltare i lavori. Vista così, la posa della prima pietra sembra sempre più vicina. Ma gli ostacoli purtroppo sono sempre dietro l’angolo. Il commissario dell’Asp ha dalla sua la cabala: ha aperto l’ospedale di Ragusa e risolto i problemi del cemento depotenziato ad Agrigento. “Però non ho mai costruito un nuovo ospedale. E’ la mia nuova sfida”, ripete invitando tutte le istituzioni ad un lavoro di squadra. Quello che sino ad oggi Siracusa non è riuscita a produrre, troppo impegnata a parlarsi sopra da destra a sinistra, in città come a Palermo o Roma.