Siracusa. Progetto "ex Spero", lo sfogo della società: "Macché cementificatori. Ecco la verità"
“Non siamo cementificatori, ma persone che credono che la ristrutturazione dell’ex Spero e la costruzione del “Marina” nel porto di Siracusa costituiscano un volano per il rilancio della zone degradata di via Elorina”. Vittorio Pianese, presidente della “Spero s.r.l” non ci sta a passare per il “cattivo” della situazione e interviene sulle polemiche che, nelle ultime settimane, anche sulla stampa nazionale affrontano alcune vicende locali collegandole al progetto della società. “La rotazione dei funzionari della soprintendenza ai Beni culturali- entra nel dettaglio Pianese- ha segnato il ritorno sui media del progetto del Marina nel Porto Grande. I suoi promotori sono accusati di cementificare e di creare le premesse per il disconoscimento del titolo di patrimonio dell’umanità Unesco. Si cerca di insinuare- prosegue Pianese- che la rotazione vada incontro alle aspettative della società”. Il presidente della “Spero” sottolinea, invece, come le modifiche al progetto definitivo “siano state discusse con gli assessori regionali al Territorio, Lo Bello e Sgarlata, con i soprintendenti Basile e Rizzuto, prima della rotazione dei funzionari. Interlocuzioni- prosegue Pianese- che ci hanno consentito di chiedere la convocazione della conferenza dei servizi per l’esame del progetto. Due riunioni si sono svolte a settembre, con la partecipazione di una ventina di enti locali, regionali e nazionali che dovranno dare l’autorizzazione finale alla costruzione”. Questo il percorso riassunto da Pianese.Dall’altro lato, quella che definisce “la macchina del fango messa in moto, lo strumento adottato in questi tempi per conseguire obiettivi che non corrispondono agli interessi della comunità e travisano la realtà dei fatti”. “Spero” e Gruppo Di Stefano si definiscono “stanchi e amareggiati per le accuse infondate”. Non aggiungono altro, almeno per il momento.