Siracusa. Oltre boccia la app segnala miasmi: “servono controlli quotidiani su emissioni”
“Anziché presentare app, la Regione Siciliana avrebbe dovuto da tempo introdurre un serio controllo in continuo delle emissioni industriali, così come avviene in altre regioni, come la Lombardia, al posto di quello quadrimestrale (tre controlli di 8 ore ciascuno per ogni anno) che ancora esistente in Sicilia. Controlli peraltro preceduti da preavvisi e per certi versi ‘in mano’ privata e comunque condizionabili dalle imprese della raffinazione”.
A Fabio Granata, assessore comunale e leader del movimento Oltre, non piace l’app Nose presentata oggi in Prefettura. Una piccola mossa per un problema grande e ancora senza soluzione, insomma. Qualche mese fa, peraltro, Oltre ha consegnato alla Procura della Repubblica un esposto con 1.300 firme per i miasmi industriali.
Da Primo firmatario e promotore dell’iniziativa, Granata esprime perplessità sulla app di rilevamento dei miasmi oggi presentata. “Da tempo esistono apparecchiature industriali da camino che contemporaneamente controllano in continuo diossine, organoclorurati, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), metalli e PM2,5 e PM10. In questi sistemi gli inquinanti vengono intrappolati in sistema sigillato a cura dell’Arpa, contenente la cartuccia-trappola, che dopo periodo programmato viene prelevata per essere analizzata in laboratorio e sostituita con una nuova, riprovvedendo sempre alla sigillatura. Apparecchi di questo tipo già sono installati in impianti industriali italiani, come Venezia inceneritore e Centrale termoelewttrica Enel e in molte raffinerie all’estero”, ricorda Granata. Qualcosa di simile è già presente, ad esempio, dell’impianto di raffinazione principale del siracusano, quello di Isab-Lukoil.
“La Regione e il Ministero voltino pagina e impongano controlli effettivi poiché la situazione dell’aria e delle patologie a Siracusa e nell’area industriale resta gravissima. La Regione peraltro revochi i recenti nuovi permessi di trivellazione petrolifera relativa a zone di pregio: la Sicilia ha già dato”, conclude Granata.