Siracusa. Otto cassoni alla Marina, i primi blocchi in cemento tornano sulla banchina. La gallery

 Siracusa. Otto cassoni alla Marina, i primi blocchi in cemento tornano sulla banchina. La gallery

Sono tornati alla Marina i “cassoni”. I primi otto sono stati adagiati sulla banchina, nell’area di cantiere, nel pomeriggio di eri. E’ il primo gruppo che “ritorna” al foro siracusano dopo diversi anni trascorsi a Targia, dove erano stati condotti e depositati – a costo di centinaia di migliaia di euro – anche dopo le note vicende giudiziarie.  Si sblocca così una vicenda che ha pesantemente ritardato l’avanzamento dei lavori di quella che, attualmente, è l’opera pubblica in fase di realizzazione più importante.
Entro un mese, mare permettendo, tutta l’operazione “cassoni” dovrebbe essere conclusa. A gruppi verranno calati in mare in modo da evitare che si depositino in troppi sulla banchina, ricreando quel muro che i siracusani ricordano. Una volta in mare verranno poi avviate le operazioni di riqualificazione della banchina e di realizzazione della nuova pavimentazione. Entro l’anno, secondo le migliori previsioni poco dopo l’estate, lavori conclusi. Almeno quelli appena illustrati. Anche in considerazione della necessità di fare presto, non solo per i ritardi accumulati ma soprattutto per non vedere svanire quel finanziamento europeo fondamentale per l’opera e che, in caso di ritardi, Bruxelles rischia di rivolere indietro.
Ad attendere in banchina i primi otto cassoni c’era l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Siracusa, Alessio Lo Giudice. “Siamo riusciti a sbloccare una vicenda che per anni ha vincolato l’andamento dei lavori per il nuovo porto. Era un nostro obiettivo e siamo ovviamente contenti. Adesso dobbiamo accelerare perchè tutto proceda nella maniera più spedita possibile. Il dialogo con le aziende impegnate è continuo ed hanno colto lo spirito del nostro messaggio”; spiega ancora Lo Giudice. Per pagare il “biglietto” di ritorno dei cassoni è stato necessario rivedere alcuni aspetti del progetto originario. “Era l’unico modo per coprire le spese necessarie per questi costi imprevisti e permettere, una volta per tutte, che i lavori riprendessero a pieno regime”.

 

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