Siracusa. Parco archeologico, gli edili: "uno show con troppi vincoli subdoli"
L’annuncio della firma del decreto di perimetrazione del Parco Archeologico di Siracusa è stato “un’autocelebrazione epocale, uno show”. I costruttori edili di Siracusa riuniti nell’Ance sono particolarmente critici verso la novità presentata in conferenza stampa.
Lo strumento conterrebbe “inutili limitazioni sulla crescita della città, mettendo in secondo piani gli innegabili lati positivi dell’idea da anni coltivata e messa in pratica dal Soprindendente emerito Giuseppe Voza e dai suoi successori, ma solo oggi tirata fuori dal cilindro dal mago di turno!”, scrive in una dura nota il presidente Massimo Riili. “Non mettiamo affatto in discussione la tutela dei beni archeologici e non ci servono mentori illuminati che ce le spieghino, ma non comprendiamo perché con la scusa del Parco vengano coperte con un subdolo vincolo assoluto ampie porzioni del territorio che nulla hanno da tutelare: zone A intoccabili, zone B altrettanto e, per non farci mancare nulla, con grande abilità durante la presentazione si è sorvolato sulla novità delle zone classificate “C”, che sono state addirittura degradate a zone agricole. E non é affatto vero – insiste ancora l’Ance – che non sono stati introdotti nuovi vincoli, ma sono ritornate nero su bianco, balzane idee che pure erano state cassate dal capolavoro chiamato Piano Paesaggistico: in questa parte verde di Siracusa si potranno realizzare solo baracche per il ricovero di improbabili attrezzi agricoli, stendendo un sudario di vincoli che non potrà che paralizzare tutto per sempre. Per fortuna quando venne devastata la collina del Temenite per farci il Teatro Greco e scavata la roccia per le Latomie e l’Orecchio di Dionisio, oppure per murare le colonne del Tempio greco per la nostra Cattedrale barocca in piazza Duomo non c’era questo metodo di lavoro, perché oggi non avremmo nulla da difendere”, chiosa con sarcasmo Riili. “Noi pretendiamo – prosegue il presidente dei costruttori edili – che non si dica no in maniera preconcetta a qualunque progetto ma che si valuti ogni proposta con onestà culturale, rispetto della contemporaneità e, soprattutto con competenza, come avviene in tutto il mondo”.