Siracusa. Parco archeologico, manca il parere del Comune. Cetti Vinci: "Uno scandalo"
“Un silenzio incomprensibile e deleterio quello del Comune di Siracusa sulla perimetrazione del Parco archeologico Siracusa”. Il termine entro il quale l’amministrazione comunale avrebbe dovuto esprimere il proprio parere, da inoltrare alla Regione, è scaduto, ma del documento non ci sarebbe ancora traccia. Grave inadempienza, secondo la consigliera comunale, Cetty Vinci che ha affrontato l’argomento ieri sera in consiglio comunale, stigmatizzando l’atteggiamento della maggioranza su un “argomento di vitale importanza per il nostro territorio e per il rilancio del turismo culturale. Entro 45 giorni dalla trasmissione degli atti da parte della Soprintendenza ai Beni culturali- ricorda Vinci- il Comune avrebbe dovuto dire la sua. Non lo ha fatto e, cosa ancora più grave, nessuno si prende il disturbo di renderne conto alla cittadinanza”. Per l’esponente di minoranza la responsabilità sarebbe anche dei consiglieri. “La conferenza dei capigruppo fa orecchio da mercante perfino su una richiesta, protocollata il 14 ottobre scorso, che aveva in calce la mia firma e quella di altri 12 colleghi, con cui si chiedeva di esaminare la vicenda in consiglio comunale, per avere tutti i chiarimenti del caso e comunicare ai cittadini quale sia l’idea del Comune e quale percorso si vorrebbe tracciare”. Il numero di firmatari della richiesta comporterebbe l’urgenza dell’ordine del giorno. “E’ sotto gli occhi di tutti che il mancato inserimento dell’argomento, a distanza di mesi dalla proposta, sia il segno di una evidente trascuratezza che è difficile comprendere”. In realtà, i 45 giorni concessi al Comune per esprimere il proprio parere sulla perimetrazione del parco della Neapolis, non sarebbe perentorio. Ci sarebbe ancora tempo e dalla Soprintendenza sarebbero arrivate delle rassicurazioni in tal senso. “Non posso accettare, però- osserva Cetty Vinci- che mi si dica che, comunque, la Regione può andare avanti a prescindere dall’amministrazione comunale. E’ nostro interesse pronunciarci. Non vedo la ragione per cui si dovrebbe attendere che da Palermo si decida il da farsi”. Ulteriore motivo di malcontento, secondo la consigliera di minoranza, il fatto che altri comuni della provincia di Siracusa, impegnati in perimetrazioni di siti archeologici, abbiano già completato i rispettivi iter, con il coinvolgimento dei consigli comunali e con tutta la documentazione pronta. A queste considerazioni, Vinci ne aggiunge anche altre, relativi al modo in cui attualmente viene gestito il parco archeologico di Siracusa. “Una gestione scellerata- la definisce- che comporta introiti ben al di sotto delle possibilità dei nostri siti”.