Siracusa. Peppe Patti in polemica con i Verdi: “il nostro partito non è un autobus del consenso”
“Mi fa sorridere la recente campagna acquisti del sindaco di Siracusa Francesco Italia che per accreditarsi insieme alla sua giunta come soggetti di centro sinistra, si arricchisce di tre novelli consiglieri comunali Verdi”. Sceglie la via dell’ironia Peppe Patti, da sempre storica voce del partito del sole che ride a Siracusa, commentando il recente passaggio dei Democratici per Siracusa alla federazione dei Verdi.
Ma l’ironia finisce qui. “Contesto l’utilizzo, da parte di questi soggetti e soprattutto dell’ispiratore di questa operazione, del glorioso simbolo come un autobus sul quale salire pagando il biglietto. Ma lo contesto ancora di più a chi sta ai vertici nazionali e regionali della Federazione e voglio tralasciare di narrare l’iter politico dei tre consiglieri e del loro ispiratore. Penso che non ci si scopre amanti dell’ambiente dall’oggi al domani e soprattutto non si disconosce il passato, perché passare per ignoranti, nel senso dell’ignorare, è un attimo”.
Patti non accetta la versione secondo cui sarebbe stato assente a Siracusa negli anni un partito ambientalista e ricorda e rivendica tutte le battaglie le iniziative condotte sotto il simbolo del sole che ride.
“Da quando mi sono insediato nel settembre del 2012 siamo sempre stati presenti sul territorio portando avanti battaglie importanti e a tratti significative: la richiesta di creazione della riserva terrestre sul Plemmirio e la denuncia in procura degli sversamenti del depuratore comunale nel Porto Grande, ad esempio. Nel 2013 abbiamo denunciato le criticità legate alle discariche dismesse nella zona sud della provincia a seguito degli sversamenti di percolato nel mare prospicente la Riserva di Vendicari. Continuo ricordando che nel 2014 abbiamo presentato un esposto alla Comunità Europea sul mancato monitoraggio della qualità dell’aria, che ho trasformato in un esposto alla Procura della Repubblica, e non mi è difficile pensare che i recenti sequestri degli impianti Esso e Lukoil siano anche frutto del nostro lavoro. Nel 2015 ci schieriamo al fianco di una imprenditrice agricola del netino che lotta contro la realizzazione di un impianto di solare termodinamico da costruire in contrada Bonivini, ottenendo il rinvio a giudizio del soprintendente ai beni culturali dell’epoca e scoprendo gli interessi di imprenditori vicino alle cosche mafiose trapanesi. Nel 2016 abbiamo seguito e partecipato attivamente alla campagna referendaria contro le Trivelle raggiungendo a Siracusa il 28% dei NO. Abbiamo denunciato tutti i retroscena del trasporto del polverino Ilva nella discarica Cisma e gli affari poco limpidi all’autorità portuale di Augusta a seguito dell’indagine Tempa Rossa. Denunciamo in Procura insieme a padre Palmirio Prisutto, Luigi Solarino e Paolo Pantano le presunte irregolarità del Registro Tumori della Provincia di Siracusa. Siccome l’ecologia serve solo a proteggere l’ambiente in cui viviamo ho denunciato le Firme False alle elezioni amministrative del 2013. Nel 2017 vengo nominato responsabile nazionale per la Legalità e il contrasto alle ecomafie della Federazione Nazionale dei Verdi. Nel 2019 lancio sulla piattaforma online Change.org una petizione per liberare Siracusa e il suo territorio dall’inquinamento del polo petrolchimico più grande d’Europa, raccogliendo ad oggi più di 175.000 sottoscrizioni e ottenendo anche una risposta dal ministro per l’Ambiente Sergio Costa. Inutile ricordare che siamo sempre stati attenti e presenti alle iniziative sulla tutela del territorio e delle nostre bellezze paesaggistiche, chiedendo la revisione del Piano Regolatore e difendendo strenuamente il Piano Paesaggistico e il Parco della Neapolis, ci siamo schierati al fianco dei dirigenti della Soprintendenza attaccati da imprenditori senza scrupoli. Abbiamo partecipato a tutte le iniziative legate all’accoglienza dei migranti a supporto delle associazioni del settore”. La rottura con la Federazione dei Verdi di un suo storico rappresentante siracusano pare ad un passo. Peppe Patti sorride. Ma non smentisce e non conferma.