Siracusa. Primarie Pd, anche in provincia vince Renzi
La provincia di Siracusa segue la tendenza nazionale e alle primarie per la scelta del segretario nazionale del Pd premia Matteo Renzi, con il 62, 21 per cento ed un notevole distacco dal principale avversario, Gianni Cuperlo, che nel territorio provinciale avrebbe ottenuto il 26, 24 per cento dei voti degli elettori e degli iscritti del Partito democratico. Ben al di sotto si fermerebbe Pippo Civati con il suo 11, 25 per cento.In numeri significa che in provincia Renzi ha raccolto 4 mila 758 voti, Cuperlo 2 mila 142, Civati 956. I votanti sono stati complessivamente 7 mila 880. Un’affluenza che sarebbe pari a quella delle primarie precedenti. Un dato che la segretaria provinciale, Carmen Castelluccio legge positivamente. Nel capoluogo hanno votato 3 mila 548 persone e due mila 321 di loro ha votato per Renzi. Per Cuperlo i voti nel capoluogo sono stati 849, 363 per Civati, 7 le schede bianche, 8 quelle nulle. Tra i comuni della provincia, Buscemi va controcorrente rispetto all’andazzo generale. Su 109 votanti, infatti, 102 hanno votato per Cuperlo, per Renzi si sono espressi gli altri 7. L’esito delle primarie nel territorio provinciale potrebbe incidere sulla vita interna della forza politica di via Socrate, che da pochi giorni ha ufficialmente conferito l’incarico di segretario provinciale a Carmen Castelluccio, alla luce dell’ “ok” ottenuto delle commissioni regionale e nazionale per il congresso. I “renziani” attendono ancora il responso dei ricorsi presentati alla commissione nazionale di garanzia sulle modalità di tesseramento prima del congresso provinciale e l’11 dicembre i componenti dell’organismo nazionale dovrebbero essere in città per effettuare alcune verifiche “in loco”. Da una parte, i cuperliani e l’area Dem esprimono la segretaria provinciale del Pd, quindi detengono la maggioranza; dall’altra parte ci sarebbe adesso la “maggioranza” dei numeri acquisiti alle primarie dai renziani, la cui lista era aperta dal sindaco, Giancarlo Garozzo. Dati che potrebbero ostacolare una ricucitura dei rapporti tra le due “anime” del partito.