Siracusa. Randagismo, spazi insufficienti nei rifugi convenzionati. I cani "emigrano" in Emilia Romagna
“Scoppiano” i rifugi convenzionati con il Comune di Siracusa per ospitare i randagi, e costano. Il rifugio privato di contrada Carancino, gestito dall’associazione “Snoopy”, ospitava fino al 31 ottobre scorso 372 animali, tra cani e gatti. La struttura, sempre privata, di contrada Dammusi, gestita dall’associazione “I nuovi amici della natura”, nello stesso periodo ne ospitava 450. Servirebbero altri spazi, per “consentire la riduzione dei branchi che quotidianamente vengono segnalati come pericolosi per l’incolumità pubblica” in alcune zone della città. L’amministrazione comunale avrebbe redatto una sorta di “mappa” delle zone “calde”: l’area del cimitero, il Plemmirio, Fontane Bianche e strada Pilicelli.Box liberi ne servirebbero anche “per sterilizzare i randagi. Operazioni per cui servono spazi per la degenza pre e post operatoria”. Da queste premesse scaturisce la decisione della giunta Garozzo di individuare una soluzione “fuori porta”, che consenta di contrastare il randagismo e, se possibile, di limitare, nel lungo periodo, le spese, che nell’immediato sarebbero, però, destinate ad aumentare. La delibera approvata, su cui dovrà pronunciarsi adesso il consiglio comunale , prevede un accordo con l’Enpa, l’ente protezione animali, per il trasferimento di una parte degli ospiti dei due canili privati in una struttura dell’Emilia Romagna. L’Enpa, alcuni mesi fà, avrebbe manifestato al Comune la propria disponibilità a prendersi cura dei randagi di Siracusa. L’ente gestisce un rifugio a San Prospero, in provincia di Modena, che in un anno raggiunge un cospicuo numero di adozioni. Nel 2012 avrebbe affidato 470 animali ad altrettante famiglie.A Siracusa, l’anno scorso, ne sono stati adottati 185, a cui vanno aggiunti i 56 cuccioli “del Comune”, accuditi dall’associazione “Amici per la coda”. Ad “emigrare” dovrebbero essere inizialmente 60 cani. Per ciascuno di questi il Comune di Siracusa dovrebbe spendere poco più di 3 euro al giorno , oltre ai mille e 600 euro chiesti dall’Enpa per le spese di trasporto. Un costo più alto rispetto a quelli sostenuti per “vitto e alloggio” degli animali nelle strutture locali, ma consentirebbe, secondo l’amministrazione comunale, nel medio periodo, di ottenere un notevole risparmio: più adozioni, meno animali da mantenere. Il “si” alla proposta dell’Enpa, comunque, sarebbe “a tempo”. La delibera chiarisce che, quando sarà sottoscritto il protocollo d’intesa per definire l’accordo, dovrà essere anche fissato un periodo preciso, trascorso il quale le tariffe dovrebbero essere allineate a quelle delle strutture private locali, in sede di ridefinizione delle convenzioni.