Siracusa. Riforma delle Province, Zito (M5S): "Disegno continuamente stravolto. Così non ci stiamo"
Una matassa che resta difficile da dipanare. Il disegno di legge sui Liberi Consorzi continua ad essere terreno di scontro all’Ars, non solo tra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno del Partito democratico. Clima incandescente anche ieri sera a palazzo dei Normanni. L’accordo, che dopo il “via libera” della commissione Affari istituzionali sembrava probabile, oggi lo appare molto meno. Incomprensioni tra il presidente della commissione, Antonello Cracolici ed il governatore, Rosario Crocetta, espulsioni, la decisione dell’opposizione di abbandonare l’aula, poi un tentativo di ricomposizione di un clima di maggiore serenità. Vano, visto che la decisione finale è stata quella di posticipare il dibattito alla prossima settimana. Il termine del 14 febbraio non sarebbe perentorio e ci sarebbe addirittura la possibilità di dover attendere almeno un altro mese prima di arrivare alla conclusione di questo complicato iter. Il ddl ha già subito tre riscritture rispetto alla prima versione esitata. Se tutto rimanesse come adesso (ipotesi improbabile a giudicare dalle numerose obiezioni mosse, tra gli altri, dal Movimento 5 stelle), i liberi consorzi dovrebbero essere composti dai sindaci dei Comuni che ne fanno parte e da un numero di consiglieri che dovrebbe variare a seconda della densità dei singoli centri. Si tratterebbe di 25 consiglieri per i comuni fino a 250 mila abitanti; 35 per un massimo di 350 mila abitanti ; 45 negli altri casi, con elezioni affidate ai consigli comunali. Sindaci e consiglieri eleggerebbero il presidente del consorzio. Le Città Metropolitane dovrebbero essere presiedute dal sindaco del comune maggiore, affiancato da otto assessori nominati dall’assemblea dei sindaci , dai presidenti delle circoscrizioni e da 45 consiglieri circoscrizionali. E poi ci sarebbe un possibile gemellaggio tra Messina e Reggio Calabria. Fortemente critico il deputato regionale del “M5S”, Stefano Zito, in linea con la posizione espressa dal suo gruppo parlamentare. “La legge approvata in commissione Affari Istituzionali- protesta il parlamentare regionale- non è affatto quella che ci siamo ritrovati a discutere ieri in aula. Sta accadendo quanto già successo perla Finanziaria e i risultati, se non si pone un freno, saranno gli stessi, con un Commissario dello Stato che impugna la manovra per una consistente parte del suo contenuto. Un gioco che non ci piace- prosegue Zito- e che non siamo disposti ad accettare. Il ddl è stato completamente stravolto, più volte. Non siamo davanti alle comprensibili riscritture tecniche, piccole modifiche necessarie, ma di una vera e propria riscrittura. E’ un’altro disegno di legge. Questo non è corretto”. A prescindere dalle questioni di principio, Zito fa presente che “spesso questo tipo di riscrittura viene effettuata “al volo”. Il rischio è che si incappi in errori grossolani, di cui rischiano di fare le spese migliaia di cittadini”. Il deputato “pentastellato” parla di “un pressapochismo che non possiamo permetterci, ma su cui, purtroppo, si continua a perseverare”.