Siracusa. "Selfie" con i reperti in mano, turisti "giocano" indisturbati con la storia al museo Paolo Orsi
La segnalazione ha del paradossale. Eppure le immagini parlano chiaro. Al museo Paolo Orsi è possibile toccare i reperti, addirittura prenderli in mano per fare dei “divertenti” selfie da condividere magari sui social.E’ quello che sarebbe accaduto nel caso di un gruppo di turisti stranieri- verosimilmente russi- che accompagnati dai loro insegnanti hanno visitato il museo archeologico, toccando con mano, e purtroppo non è soltanto una metafora, tutti i reperti custoditi nelle sale espositive. Le foto parlano chiaro: statue, anfore e quant’altro diventano oggetti senza troppa importanza, così come i mosaici ed i famosi resti degli elefanti nani. Certamente una bellissima esperienza per i ragazzini, come hanno anche spiegato nella didascalia degli scatti postati. Tanto bella e indimenticabile quanto grave, visto che evidentemente nessuno ha vigilato, ha fermato i turisti. Tra le altre foto, risalta quella in cui una turista regge in mano, anche in maniera piuttosto precaria, con il rischio di farlo andare in frantumi, un antico vaso. Reperti di inestimabile valore ridotti a dei semplici oggetti che il turista, irrispettoso, può rischiare di danneggiare per sempre. In realtà esiste una sezione del museo in cui è consentita l’esperienza tattile a non vedenti e ipovedenti nel segno dell’accessibilità (si tratta di riproduzioni). E’ il caso della Testa di Zeus. Non vi è dubbio, comunque-le foto lo rendono più che evidente- che i visitatori in questione non hanno alcun problema di vista. Nel caso dei reperti di più grandi dimensioni, tra l’altro, come gli elefanti nani o il Cavaliere di Camarina, non solo non è consentito toccare assolutamente nulla, ma dovrebbero esserci custodi e perfino suonare, nel caso di violazione, un allarme, come accade, del resto, in tutte le strutture museali.