Siracusa. Stop alla plastica monouso, cosa cambia per ristoranti, supermercati e cittadini
E’ arrivata la firma sull’ordinanza anti-plastica. Anche il Comune di Siracusa dichiara così guerra agli oggetti monouso non biodegradabili. Nel provvedimento firmato dal sindaco Francesco Italia, anticipato ieri da SiracusaOggi.it, tutta una serie di norme e precetti che siracusani, turisti e commercianti dovranno seguire per non incorrere in sanzioni.
Dal primo febbraio scatta il divieto di vendita di oggetti in plastica monouso come piatti, bicchieri, cannucce, posate e buste per la spesa. Diventa obbligo, al loro posto, l’utilizzo di prodotti biodegradabili. Panico tra ristoratori, baristi e supermercati. Per loro, tutta una serie di chiarimenti: avranno innanzitutto sessanta giorni di tempo per smaltire le scorte di magazzino ma non potranno più rifornirsi di piatti, bicchieri, cannucce, posate, mescolatori di bevande ed altro che non siano in materiale plastico biodegradabile e compostabile. Il divieto è esplicito. Ridotto il rischio di aumento dei costi dei prodotti serviti dalle attività di ristorazione: viene stimato in poche decine di centesimi.
Anche in caso di feste, sagre, eventi di piazza etc si dovrà far ricorso – nella somministrazione di cibi e bevande – ad oggetti in plastica biodegradabile.
Cosa cambia per i cittadini? L’ordinanza specifica che per la spesa o per gli alimenti da asporto dovranno dotarsi di contenitori (buste e/o sacchetti) in carta o altro materiale biodegradabile e compostabile oppure ancora riutilizzabile come borse in tessuto.
Cosa cambia per i turisti? A loro è fatto obbligo di utilizzare esclusivamente posate, piatti, bicchieri e sacchetti monouso in materiale biodegradabile e compostabile.
Quale è lo spirito della norma? Limitare il consumo di oggetti in plastica che diventano spesso un rifiuto, conferito o smaltito in maniera non corretta. Abbandoni di plastica sono all’ordine del giorno, gli oggetti finiscono purtroppo in mare diventando pericolosi per l’equilibrio dell’intero ecosistema marino che rischia di essere irrimediabilmente compromesso mantenendo i volumi attuali. E rappresentano, poi, anche una percentuale non indifferente di spazzatura che finisce in discarica.
“Abbiamo deciso di adeguarci subito alle recentissima circolare dell’assessorato regionale Territorio e ambiente – chiarisce il sindaco Italia – perché quella della plastica sta diventando una vera e propria emergenza rispetto alla quale non possiamo restare indifferenti. La salvaguardia dell’ambiente, specie in un territorio per troppo tempo martoriato, è un elemento distintivo dell’azione di governo locale, così come avevamo promesso in campagna elettorale, e rientra in un’operazione di tipo culturale che ci aiuta ad affrontare il più vasto problema dello smaltimento dei rifiuti. Gli oggetti in plastica non biodegradabile, soprattutto quelli ad uso alimentare, finiscono spesso nei rifiuti indifferenziati o vengono lasciati sporchi e, dunque, aggravano il quadro complessivo. Ovviamente la misura ha una sua gradualità poiché abbiamo concesso agli operatori economici quasi tre mesi di tempo per smaltire le scorte di plastica monouso in loro possesso”.
Il divieto è generalizzato. Riguarda “supermercati, botteghe di vicinato, salumerie ed ogni altro esercizio e centro abilitato alla vendita di stoviglie per alimentari e cotton fioc” ma anche “le attività della ristorazione, quali bar, ristoranti, pizzerie, paninerie, take-away, rosticcerie, friggitorie e attività similari aventi quale finalità la somministrazione di alimenti e bevande, inclusi gli stabilimenti balneari e i chioschi”. Le misure rientrano nella più generale “Strategia europea per la plastica” adottata dalla commissione europea un anno fa e che punta a un continente “plastic free” entro il 2030. Già dall’1 gennaio, su tutto il territorio nazionale, è vietato vendere cotton-fioc con bastoncini in plastica e dall’1 gennaio 2020 sarà bandito l’uso di microplastiche dai prodotti cosmetici.