Siracusa. Tassa di soggiorno: i turisti pagano, non tutti gli albergatori la versano

 Siracusa. Tassa di soggiorno: i turisti pagano, non tutti gli albergatori la versano

Continua a dividere la tassa di soggiorno. La pagano i turisti, dovrebbero versarla al Comune gli albergatori. Ma a distanza di due anni dalla sua istituzione il meccanismo mostra tutte le sue criticità. I numeri forniti da associazioni di categoria parlano chiaro: palazzo Vermexio pensava di incassare 1,3 milioni di euro, cifra inserita in bilancio di previsione. Alla prova dei fatti, però, l’incasso effettivo avrebbe di poco superato i 500.000 euro.
Il resto? Non versato dagli albergatori, considerati in questo caso sostituti d’imposta.
Le responsabilità sono da dividere a vario titolo. E’ chiaro che chi non “gira” la tassa al Comune nei tempi previsti è in torto. Ci si potrebbe poi chiedere perchè gli uffici preposti non abbiano seguito per tempo la problematica con solleciti e controlli senza aspettare di sbattere su cifre impietose.
Da Confesercenti Siracusa, categoria che raccoglie anche diversi albergatori, il presidente Arturo Linguanti invita a pagare. “Il rischio è che si possa essere chiamati a rispondere di peculato”, ricorda citando recente esempio di Torino. E in effetti palazzo Vermexio starebbe per muoversi in maniera identica a quanto fatto in Piemonte.
Alcuni albergatori “ribelli” accettano di spiegare in forma anonima a SiracusaOggi.it perchè non hanno versato al Comune la tassa di soggiorno incassata. “Si tratta di una imposta di scopo destinata a finanziare servizi ed iniziative per il turismo”, ricordano in via preliminare. “Ma da quello che ci ha spiegato in una riunione l’assessore al bilancio, il 70% di questa tassa viene speso per le navette elettriche che sono in servizio in Ortigia. E noi albergatori delle zone balneari o di altri punti della città che non sia Ortigia? Dove sono i servizi per i nostri turisti? Che poi per le navette si paga pure il biglietto, perchè servono tutti questi fondi dalla tassa di soggiorno?”, si domandano. La posizione è, insomma, chiara. “Si prendano cura anche di altre zone che non siano solo Ortigia, inteso come servizi, e saremo ben lieti di pagare”, dicono all’unisono.
“Polemiche strumentali che nascondono intendimenti politici”, stigmatizza l’assessore al turismo, Francesco Italia. “Abbiamo aperto tre infopoint, le porte di beni monumentali di proprietà del Comune visitati adesso da migliaia di persone, implementato il sistema di parcheggi in Ortigia e creato collegamenti con la zona archeologica della Neapolis. Certo, molto resta da fare ma chi si lamenta oggi dove era quando Siracusa non aveva questo flusso turistico e dei primi servizi che abbiamo lanciato non c’era traccia?”.

 

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