Siracusa. Tonnara di Santa Panagia, dopo lo stop ai lavori il contenzioso: "la Soprintendenza risarcisca 4 milioni"
I lavori di restauro e sistemazione museale della Tonnara di Santa Panagia fanno litigare la Soprintendenza di Siracusa e la ditta che si era aggiudicata l’appalto, la Melita Group. E la vicenda finisce adesso in tribunale, con tanto di richiesta di risarcimento milionaria per la risoluzione del contratto “per inadempienze” voluta dalla Soprintendenza. Come ha spiegato l’amministratore unico, Francesco Melita, assistito dal legale, Gianluca Rossitto, la scelta dell’ente pubblico sarebbe illegittima e pertanto presenteranno adesso un conto di circa 4 milioni di euro.
I lavori, tanto attesi ed annunciati in pompa magna, sono fermi da mesi. Una sospensione inizialmente decisa proprio dalla Melita Group e che poi, nel corso di un braccio di ferro burocratico, è sfociata nella risoluzione del contratto. “Il progetto che ci è stato consegnato conteneva a nostro avviso diversi errori”, ha spiegato l’amministratore della società. “Parliamo di errori che avrebbero messo a rischio operai e strutture”, aggiunge.
In estrema sintesi, viste le condizioni del costone roccioso su cui poggia la tonnara – esposto ad erosione – esisterebbero concreti pericoli di crollo. Uno studio di perizia commissionato dalla stessa Melita Group avrebbe certificato l’eventualità. Per questo è stato chiesto alla Soprintendenza di procedere anzitutto con il consolidamento della falesia. Una istanza che sarebbero, però, stata rispedita al mittente.
Dal punto di vista strettamente tecnico, vengono contestati i calcoli sulle strutture in cemento armato. Sarebbero “da rivedere” sulla base di un nuovo decreto recentemente emanato e che, quindi ne imporrebbe l’aggiornamento.
Anche in questo caso, la risposta sarebbe stata quella di procedere come da progetto. E di fronte al rifiuto della ditta si è arrivati nelle settimane scorse alla risoluzione unilaterale. E adesso l’annunciata appendice giudiziaria. Mentre la tonnara di Santa Panagia rimane mestamente sullo sfondo, in attesa di comprendere cosa ne sarà di lei.