Siracusa. Un assessore, autocandidature e riunioni carbonare: la sferzata di Cafeo al Pd
A chi, anche all’interno del Pd siracusano, festeggia per la “fuoriuscita” dei renziani, tira le orecchie il deputato regionale Giovanni Cafeo. “Non è più concepibile pensare alla gestione del partito come ad un piccolo feudo governato dai signorotti, chiuso, immobile e isolato, dove se qualcuno che non la pensa esattamente come te decide di andar via addirittura si festeggia. Non può valere il principio del meno siamo, meglio comandiamo. Questo, indubbiamente, non sarà mai il mio partito, quanto meno finché ci sarò io”.
Parole dure che però non fanno da prologo all’addio al Pd da parte di Giovanni Cafeo. “Non credo che lasciare il Partito Democratico dopo aver contribuito in maniera decisiva alla sua fondazione sia una scelta saggia”, taglia corto il deputato regionale che sferza il Pd chiedendo di andare oltre anacronistiche chiusure e immobilismo.
Quanto al rimpasto di giunta ed all’attesa dell’indicazione di un nome in quota Pd, è “stucchevole il toto-nome sull’assessore comunale che dovrebbe rappresentare il partito”. Tra autocandidature (“rispettabili ma che rappresentano sé stesse”) e “riunioni carbonare perché organizzate senza invitare l’unico deputato eletto del territorio”, Giovanni Cafeo guarda con più interesse al congresso della prossima primavera. “Inutile ribadire che il mio obiettivo sarà quello di proporre per la segreteria volti nuovi e pieni di entusiasmo”.
Una porta sbattuta in faccia alle aree oggi minoritarie del partito locale (zingarettiani e franceschiniani-dem) che pure avrebbero manifestato ambizioni da assessore. “Sono quasi certo che l’eventuale nome proposto dopo una riunione di minoranza non potrà essere considerato rappresentativo del Pd da parte del sindaco il quale, ovviamente, conserva però tutta la sua autonomia nella scelta dei suoi collaboratori”.