Siracusa. Un libro per liberare le parole, studenti dell'Einaudi raccontano storie di detenuti
Liberare le parole. Permettere ai detenuti di un carcere di comunicare le loro emozioni, il loro disagio, il loro dolore attraverso la scrittura. E’ questo lo scopo del libro “Fine PenNa mai”, Gemma Edizioni, scritto dagli studenti dell’Istituto Superiore Einaudi (indirizzo liceo scientifico) di Siracusa con i detenuti della casa circondariale di Brucoli, Augusta. Un libro che racconta le storie dei detenuti a lunga permanenza del carcere augustano.
Il libro è stato, in questi giorni, presentato all’interno della casa circondariale e nella sede dell’Istituto Einaudi.
Il progetto è stato svolto in regime di alternanza scuola lavoro ed è stato coordinato da Maria Grazia Guagenti, referente dell’Istituto. “La scrittura del libro ha cambiato i ragazzi. Gli incontri in carcere con i detenuti, l’ascolto delle loro storie e le emozioni nel sentirle hanno trasformato gli studenti in persone più consapevoli”.
Assunta Tirri, docente referente al carcere di Brucoli, ha raccontato come i detenuti, titubanti inizialmente, abbiano provveduto a preparare le bozze dei loro racconti trascinati dall’entusiasmo e dalla vitalità degli studenti dell’Einaudi: “Si sono confrontati due mondi diversi e c’è stato uno scambio alla pari”.
Alla presentazione del libro è intervenuta anche Gemma Gemmiti, responsabile della casa editrice Gemma Edizioni che ha permesso la pubblicazione del libro. “Le parole mettono le ali e permettono di andare oltre gli errori e gli sbagli che si possono fare. Parlare di sè non è semplice ma è sicuramente positivo trasferire il buio che si ha dentro su un foglio di carta”.