Siracusa. Verso le Politiche: sanità e prevenzione nel programma della Furnari
(c.s.) Prevenzione, abbattimento delle liste di attesa e ovviamente vaccini. Tre argomenti centrali trattati negli ultimi giorni da Maria Alessandra Furnari, candidata al Senato nel collegio uninominale Siracusa-Ragusa con la coalizione di centrosinistra (Partito Democratico, Civica Popolare e +Europa, Insieme) e nel plurinominale col Partito Democratico nel collegio Sicilia orientale.
“Nel nostro programma – afferma – c’è una parte relativa soprattutto alla prevenzione e alla conseguente riduzione dei costi, prendendo comunque atto che negli ultimi anni è stato potenziato l’impegno di spesa nel campo sanitario”. Giusto per fornire alcuni numeri: il bilancio complessivo della sanità italiana con il Pd è salito da 109 a 113 miliardi di euro. Dopo anni di tagli, quindi, si è registrata un’importante inversione di tendenza. E sono stati finalmente aggiornati i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) erogati dal Sistema sanitario Nazionale. I Lea sono le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale garantisce a tutti i cittadini gratuitamente oppure dietro pagamento del ticket, e ridefiniscono il numero e il tipo delle prestazioni sanitarie di cui potranno usufruire tutti i cittadini.
“Nel programma che è stato messo in campo – aggiunge la Furnari – si vuole porre grande attenzione sulla prevenzione, così da ridurre i costi abbattendo le ospedalizzazioni e le liste d’attesa, in maniera tale che chiunque abbia bisogno di una visita non debba attendere tempi biblici affinché ciò accada. Somme che potrebbero essere spese per migliorare tecnologicamente, con nuovi macchinari i nostri ospedali. Il tutto a corollario di quanto già fatto, non ultima la legge sui vaccini, tanto criticata dai nostri avversari politici. Una legge presa da esempio anche in Francia ma soprattutto una legge necessaria in un Paese come il nostro, quinto al mondo per numero di casi di morbillo clinicamente confermati: oltre 4204 casi confermati secondo i conteggi dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Peggio di noi solo India, Nigeria, Pakistan e Cina, e consideriamo che l’Italia ha una popolazione molto minore rispetto a questi Paesi”.