Siracusa. Vertenza Bpis, sindacati: "Impegni non rispettati, ora basta!"

 Siracusa. Vertenza Bpis, sindacati: "Impegni non rispettati, ora basta!"

Fim, Fiom e Uilm manifestano preoccupazione per il futuro dei 100 lavoratori della
BPIS che vivono in questi giorni momenti di incertezza bloccati tra l’impossibilità di
lavorare, – perché l’azienda è fallita -, l’impossibilità di percepire indennità di
disoccupazione – perché non sono licenziati – e l’esito di un’incerta vertenza per la loro
ricollocazione presso l’azienda che si è aggiudicato l’appalto di manutenzione presso lo
stabilimento Sonatrach.
“Gli impegni assunti- si legge in una nota congiunta-  in questi mesi dalla COEMI – azienda subentrante nel contratto manutenzione Sonatrach – al fine di limitare il pesante impatto sociale e garantire i livelli occupazionali, si sono arenati di fronte alla mancata volontà aziendale di
discutere con le organizzazioni sindacali- prosegue il  documento-  le modalità di ricollocamento del personale, con un sostanziale rifiuto di entrare nel merito sul numero di lavoratori da ricollocare e sul trattamento economico da applicare. Questa pregiudiziale, ribadita dalla COEMI nell’ultimo incontro consumato in Confindustria il 18 gennaio- si legge ancora – lascia presagire un risvolto negativo ed inaccettabile di questa complicata vertenza, per lavoratori che non pretendono altro che rientrare al più presto al lavoro in un sito, quello della Sonatrach, che li ha visti attivi con il loro
impegno e competenza negli ultimi 20/30 anni, intenzionati a difendere con responsabilità, dignità ma determinazione, il diritto al lavoro e il futuro delle proprie famiglie”. I sindacati annunciano di non essere “più disponibili ad accettare la spregiudicatezza di aziende che cercano di forzare irresponsabilmente la crisi e l’emergenza sanitaria per azzerare il sistema di regole che fino ad oggi ha consentito la tenuta sociale del territorio. Un sistema industriale che ha sempre rifiutato l’applicazione della “clausola sociale” condannando i lavoratori ad una condizione di precarietà fatta di diritti negati e competizione a ribasso, e che, complice la crisi, prova a ridurre il perimetro valoriale del Contratto Nazionale e di una contrattazione territoriale che ha rappresentato per circa 50 anni fattore di riconoscimento economico della professionalità e competenza espressa
della manodopera del Petrolchimico di Priolo”. La richiesta è quella di avere “risposte concrete”.

 

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