Siracusa. Via gli alberi da via Giarre, l’ex assessore: “Fermate i lavori, grave errore”
“Fermate i lavori, riflettete e con scienza agite”. L’appello è dell’ex assessore all’Urbanistica, Giusy Genovesi, che esprime forti perplessità sui lavori di riqualificazione di via Giarre, in particolar modo per un aspetto.
“La pineta di via Giarre-ricorda l’architetta e urbanista siracusana- di memoria ottocentesca è uno dei segni principali del piano urbanistico di Santa Panagia, il segno, dalla matita alla realtà, dell’esigenza di dare forma e qualità al nuovo quartiere popolare del 1958, vincitore del concorso nazionale e storicamente antesignano di un nuovo modo di progettare e realizzare alloggi popolari nell’Italia del dopoguerra”.
L’eliminazione del viale alberato in corso in questi gironi, con l’impiego della pala meccanica, secondo Genovesi rappresenta “la più ampia dimostrazione di una città incapace di leggere i segni perduranti e distintivi della propria storia urbana più recente, di una città sicuramente non matura a recepire il cambiamento tanto agognato e richiesto oggi alle pubbliche amministrazioni dall’Europa post pandemica. La nostra città-tuona l’ex assessore della giunta retta dal sindaco, Francesco Italia- non si dimostra all’altezza della sfida, al di là di progetti e finanziamenti richiesti o assegnati, la nostra città non è all’altezza di realizzare né tanto meno di gestire il suo patrimonio arboreo, neanche quando quel patrimonio, già prezioso di suo, appartiene alla storia dell’architettura italiana”.
L’ex componente della giunta comunale parla di una proposta avanzata nel 2019, quando “per affrontare la situazione lamentata da alcuni cittadini, residenti negli edifici prossimi al viale di memoria ottocentesca, proposi al sindaco e al consiglio comunale di affidare una consulenza specialistica all’Università di Catania o ad un arborista esperto di pini, al fine di valutare su base scientifica il reale stato di salute degli alberi di via Giarre e come intervenire per scongiurarne, nel caso fosse stato possibile, l’abbattimento trovando al contempo una soluzione ottimale per i cittadini residenti, tutelarne le case e tutelarne il benessere psico‐fisico offerto dal viale alberato del loro quartiere, elemento senz’altro distintivo e caratterizzante del loro abitare in città. Alla proposta non fu dato seguito”.
Infine uno sfogo: “Gli alberi, come i botanici, non sono importanti-lamenta Giusy Genovesi- vengono dopo, sempre dopo, in fondo non sono così necessari, sono semplicemente alberi, sacrificabili per un fine più importante…Peccato che la scienza dica tutt’altro e che il mondo vada da tutt’altra parte rispetto a noi”.