Siracusa. Viadotto di Targia, soluzione cercasi. L'idea di Vinciullo: "Utilizzare fondi della 433"
Una idea per sbloccare l’impasse che avvolge i lavori per il viadotto di Targia, da 24 mesi osservato speciale per via delle sue condizioni. Sin qui, solo limitazioni al traffico come prescritto dalla perizia tecnica e buona volontà. Ma pochi risultati concreti.
Visto che in Regione non si è riusciti a inserirlo nell’elenco delle vie di fuga finanziate, serve una strategia alternativa.
La suggerisce il deputato regionale, Enzo Vinciullo. “Dobbiamo attingere alle esigue ed ultime risorse della Legge 433 del 31 dicembre 1991. Tutte le risorse attualmente disponibili sono impegnate, ma ha senso tenere risorse impegnate se gli Enti locali che li dovrebbero utilizzare, da anni, non riescono a spendere quei soldi ? Ha senso tenere nel cassetto ancora qualche decina di migliaia di euro continuando a mettere a rischio la vita di migliaia di persone?”, si domanda il parlamentare di Ncd.
“Chiedo al Direttore Generale della Protezione Civile di utilizzare i ribassi d’asta di opere appaltate e/o già concluse, o comunque risultanti oggetto di ribasso non utilizzato, e, nel caso estremo, definanziare momentaneamente qualche opera i cui lavori, per l’inerzia delle amministrazioni comunali, non vengono appaltati. Si proceda immediatamente alla realizzazione del Viadotto e a un successivo rifinanziamento delle opere definanziate, utilizzando, questa volta, il ribasso d’asta recuperato dopo la realizzazione del ponte”.
Questa la soluzione individuata da Enzo Vinciullo, che ha già iniziato a discuterne con i vertici del dipartimento regionale di protezione civile.
“Sul ponte di Targia – conclude – occorre fare proposte concrete, assumendosene la piena responsabilità. Per la terza volta faccio un’ulteriore proposta, indirizzando in questo senso un’interrogazione parlamentare alla Regione con cui chiedo l’utilizzo dei fondi della Legge 433/91 per salvaguardare l’incolumità pubblica”.