"Sono stato io": confessa nella notte il compagno di Laura, la 20enne uccisa a Canicattini
“Sono stato io”. Paolo Cugno, il compagno di Laura Petrolito, ha confessato nella notte, al termine di un interrogatorio fiume. Ai carabinieri ha indicato il luogo in cui aveva gettato l’arma del delitto. Forse un raptus di gelosia alla base dell’omicidio che ha scosso l’intera comunità di Canicattini Bagni. Cancellate le celebrazioni per San Giuseppe. Laura e Paolo avevano anche avuto un bimbo, 8 mesi. Era il secondo figlio per la giovane, mamma di un pargoletto di 4 anni nato da una precedente relazione.
Era stato il papà di Laura a lanciare sabato notte l’allarme, non vedendola rincasare. Il telefonino era sempre spento. Il corpo della ragazza è stato poi ritrovato in fondo a un pozzo artesiano in contrada Tradituso, al confine fra il territorio di Canicattini Bagni e quello di Noto.
La ragazza aveva ferite in tutto il corpo: probabilmente è stata pugnalata prima di essere gettata nel pozzo. Il cadavere è rimasto incastrato tra delle lamiere e non è arrivato in fondo. L’assassino ha provato a spingerlo giù, poi lo ha coperto con il coperchio di ferro e si è allontanato.
Le indagini, il compagno condotto in caserma nella serata. Poi durante la notte la confessione.
Storia difficile quella di Laura. Abbandonata dalla madre a tre anni, cresciuta dal padre con l’aiuto degli assistenti sociali del Comune. Un amore enorme per i suoi figli che “raccontava” su Facebook, chiedendo di essere compresa, di non essere giudicata.