Stop ai cantieri quando fa troppo caldo, i sindacati attaccano i Comuni: “Poca sensibilità”

 Stop ai cantieri quando fa troppo caldo, i sindacati attaccano i Comuni: “Poca sensibilità”

“Speravamo che i Comuni avrebbero emesso ordinanze a tutela dei manovali per sospendere le attività lavorative all’aperto quando le temperature si fanno elevate ma solo tre sindaci hanno agito in tal direzione”.
La Fillea Cgil di Siracusa esprime amarezza per il mancato riscontro ottenuto dalle amministrazioni comunali. Le uniche ad aver emanato le ordinanze sollecitate sono quelle di Palazzolo, Floridia e Priolo. “Da anni- ricorda Eleonora Barbagallo, segretaria provinciale Fillea Cgil di Siracusa- seguiamo la vertenza relativa allo stress termico nei cantieri e negli ultimi due anni abbiamo intensificato le azioni, anche con volantinaggio tra i lavoratori e con una presenza assidua nei cantieri. Con le prime ordinanze storiche, ottenute l’anno scorso, alcuni sindaci sensibili al tema hanno ritenuto doveroso emanare provvedimenti a tutela dei manovali per una sosta nelle ore più calde”.
Barbagallo prosegue commentando l’atteggiamento dei sindaci che non hanno emanato alcuna ordinanza. “Non si capisce la loro resistenza -prosegue la segretaria della Fillea- a partire da quella del sindaco del capoluogo, Francesco Italia e dei primi cittadini dei territori su cui ricade il maggior numero dei lavoratori per via delle grandi opere (vedi la Ragusana). Continueremo insistentemente a chiedere tali ordinanze- avverte l’esponente del sindacato degli edili- certi di una maggiore sensibilità da parte delle istituzioni interessate e continueremo con gli esposti alle autorità competenti qualora ci venissero segnalate dai lavoratori situazioni oltre il limite consentito dalla legge”. Intanto la Uts Cisl Ragusa-Siracusa ha aperto un tavolo per monitorare quotidianamente l’emergenza caldo nei luoghi di lavoro.
“Tutte le categorie sono coinvolte e ognuna di loro sta verificando le condizioni di lavoro nei rispettivi ambiti – sottolinea la segretaria generale territoriale, Vera Carasi – Dalla zona industriale ai cantieri edili, dagli agricoltori ai forestali, dagli uffici ai servizi, dai portalettere ai rider, tutti alle prese con le ondate di calore che stanno rendendo difficoltoso operare in totale sicurezza”.
La segretaria generale ha condiviso l’iniziativa con tutti i segretari di categoria proprio perché le segnalazioni si susseguono quotidianamente e molte di queste segnalano condizioni di lavoro a rischio.
“Alcune categorie, come i lavoratori edili e i braccianti sono tutelati anche grazie al decreto regionale fatto proprio, con Ordinanza, da alcuni sindaci – continua la Carasi – Disporre lo stop al lavoro se si superano i 35 gradi e consentire di accedere alla Cassa integrazione è sicuramente uno strumento utile. Peccato che non tutti i sindaci della provincia abbiano provveduto e non tutte le aziende abbiano mostrato sensibilità e coscienza”.
Il tavolo di coordinamento sta raccogliendo i dati sulle maggiori criticità e nessun luogo di lavoro è esente.
“Conosciamo le dure condizioni dei lavoratori della zona industriale, dei cantieri edili e dei braccianti agricoli – sottolinea la Carasi – spesso, nel primo caso, costretti ad operare in spazi senza isolamento termico e adeguato ricambio d’aria o in postazioni interne alle aree del petrolchimico dove si aggiungono ulteriori sorgenti di calore e umidità.
Il quadro delineato dalle segnalazioni raccolte riguarda anche lavoratori al chiuso di uffici spesso privi o quasi di adeguata climatizzazione, negozi o addetti ai trasporti di vario tipo – dice la segretaria Cisl – Qui anche gli addetti alla raccolta dei rifiuti stanno pagando dazio, così come quanti sono costretti quanti sono impegnati nelle consegne.
Continueremo a raccogliere le segnalazioni dei lavoratori – conclude Vera Carasi – e denunceremo ogni anomalia che metta a rischio la salute del lavoratore come previsto dalle norme vigenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. È una emergenza che non può essere sottovalutata, in attesa dei protocolli prevalga il buon senso da parte dei datori di lavoro”.

 

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