Stop all’istituzione del Parco degli Iblei, la richiesta delle aziende

“Fermare subito il procedimento istitutivo del Parco degli Iblei”.

Non lascia spazio ai dubbi la posizione assunta dalla Consulta delle Associazioni di Categoria di Siracusa, che rivolge una chiara richiesta al MITE, alla Regione Siciliana, ai Liberi Consorzi e ai Comuni interessati.

Le ragioni sono spiegate in una nota, in cui gli operatori economici ricordano come “l’intero procedimento istitutivo non abbia mai garantito una effettiva e reale concertazione e partecipazione delle comunità locali e dei portatori d’interessi dei territori coinvolti, visto che la proposta istitutiva del Parco non è stata basata su un’analisi scientifica e dettagliata del contesto territoriale (geologico, naturalistico, antropico, storico, geologico, ecc) ma su una “Relazione introduttiva” di appena nove pagine, elaborata da un non definito Comitato promotore di cui non è stata fornita né composizione, né competenze scientifiche”.

Lacune che possono avere delle conseguenze serie, secondo le associazioni di categoria, che esprimono diverse perplessità, già evidenziate in passato e non prese in considerazione.

“Nel dicembre 2020-sottolinea la Consulta-  anche i comuni aderenti all’Unione dei Comuni Valle degli Iblei hanno prodotto uno studio di massima del territorio interessato dall’istituzione del Parco Nazionale degli Iblei, constatando che, se si fosse lasciata in piedi la perimetrazione prevista, la superficie di aziende agricole, zootecniche e artigiane in attività incluse nel palco e quindi a rischio stesso di esistenza sarebbe stata di circa 14 mila ettari, pari al 40% della superficie complessiva dell’Unione dei Comuni”.

Il timore è che tutto questo possa rappresentare “il colpo di grazia ad un comparto economico che non versa certo in condizioni idilliache; ma il paradosso più grave riguarda gli interventi previsti di mitigazione del rischio idrogeologico all’interno del potenziale parco che, se fosse davvero istituito, a causa dei nuovi stringenti vincoli verrebbero messi a rischio”.

Le conseguenze sarebbero, inoltre, legate anche agli investimenti già predisposti dalle aziende, sia di origine comunitaria sia privati, con un appesantimento delle già lunghe e complesse procedure burocratiche che accompagnano le politiche territoriali e di sviluppo dei territori, vanificando gli sforzi messi in atto ad esempio con l’istituzione delle Zes.

“Le Associazioni aderenti – dichiara Rosanna Magnano, coordinatrice della Consulta delle Associazioni di Siracusa – sono ovviamente favorevoli a tutte le forme di tutela dei valori naturali, ambientali, storici, culturali e antropologici del territorio attraverso la valorizzazione e la corretta gestione delle aree protette già presenti nel territorio tuttavia, con l’istituzione di un ente parco regionale o nazionale, tali aree andrebbero a decadere, rimettendo in discussione realtà vincolistiche già consolidate ed integrate con le attività economiche esistenti”.

“La scelta di attivare il parco così com’è comporta dunque una serie di rischi inaccettabili per il territorio – conclude Rosanna Magnano – per questo non può prescindere da una condivisione e una concertazione con le forze produttive del territorio.”