Strage di cani a Palazzolo: avvelenati anche cinque cuccioli

Una vera e propria strage di cani a Palazzolo. Ne sono stati avvelenati otto: tre adulti e cinque cuccioli, a cui è stata somministrata la letale metaldeide, composto chimico altamente tossico, in genere usato come lumachicida. Erano cani mansueti, non si avvicinavano alle persone- raccontano i volontari- non disturbavano e, nel caso degli adulti, da anni abitavano lì, nei pressi del campo sportivo della città Patrimonio dell’Umanità Unesco. La morte per avvelenamento da metaldeide causa sofferenze atroci, con spasmi, convulsioni violentissime, sempre più intense, fino alla morte. Il gesto è stato compiuto verosimilmente tra lunedì e martedì. Enza Oddo, volontaria da sempre vicina all’Enpa, esprime tutta la sua amarezza. E’ il dispiacere per il destino degli otto cani uccisi ma è anche la “disperazione per una situazione che in tutta la provincia è insostenibile in tema di randagismo. I canili disponibili sono sovraffollati-aggiunge- spesso invivibili e a volte perfino privi di coperture e riparo adeguati”. Condizioni che con le alte temperature estive diventano, secondo il racconto dei volontari, qualcosa di molto simile all’inferno per gli animali  ospitati.  Non ci sono politiche di prevenzione in campo, né adeguate campagne di adozione. Il destino di questi animali è lasciato, insomma, alla buona volontà di volontari che in molti casi non possono più farcela, né con le energie, né dal punto di vista economico. “Chiediamo a gran voce-prosegue la volontaria- sterilizzazioni massicce e ci troviamo muri di indifferenza da parte delle istituzioni a partire dai Comuni”. Oddo  ha richiesto l’intervento del Garante Regionale per i Diritti degli Animali, Giovanni Giacobbe, non solo per fare chiarezza sull’atroce episodio, ma per affrontare la questione in maniera complessiva. “Chi si è reso responsabile di un gesto deprecabile come quello che ha causato la strage di cani a Palazzolo- tuona Enza Oddo- è un miserabile. Adesso vogliamo che sia fatta chiarezza e che le istituzioni si assumano le proprie responsabilità”.