Suolo pubblico alle stelle, la proprietaria di un bar: “Così chiudiamo, aumento del 100 per cento”
“Un aumento della tassa sull’occupazione del suolo pubblico del 100%, improvvisamente: questa è una batosta insostenibile per una piccola attività come la nostra”.
Lo sfogo è dei proprietari di un laboratorio di pasticceria e bar della zona di viale Tunisi. Pagavano circa 700 euro l’anno per una veranda allestita davanti al loro locale pubblico. Entro giugno dovranno pagare circa 1.400 euro “senza aver avuto nemmeno sentore di una scelta dissennata di questo tipo- dice Isabella, la proprietaria dell’attività- Non è possibile colpire in questo modo chi ogni giorno lavora onestamente per pagare già il 60 per cento di quanto incassa allo Stato. Ci svegliamo alle cinque, ogni mattina, alziamo la saracinesca e onestamente paghiamo tasse e imposte, riconoscendolo come giusto. Non possiamo, però, giudicare giusto un aumento di queste proporzioni e con questa tempistica. Il Comune di Siracusa sa benissimo che il periodo economico attuale non può di certo dirsi florido. Avrebbero dovuto ascoltare prima gli operatori del settore, le associazioni di categoria, magari concordare un progressivo aumento della tassa. Comprendiamo le esigenze di fare cassa dell’amministrazione comunale e su questo non mettiamo becco. Possibile, però, che nessuno si ponga il problema dell’impatto che il 100 per cento in più può causare? L’intenzione, in questo modo, sembra proprio quella di affossare gli esercenti”.
Parole amare, a cui la proprietaria del bar-pasticceria fa seguire altre osservazioni. “Questo si chiama salasso – tuona- Noi non lavoriamo in Ortigia, non abbiamo enormi gruppi di turisti che per tutta la giornata vengono a consumare qualcosa nelle nostre attività. Abbiamo, al contrario, una clientela ridotta, suddivisa tra i numerosi bar di questa zona. La veranda rappresenta un servizio per invogliarli a trascorrere del tempo qui. Non facciamo nemmeno pagare il servizio, è ormai qualcosa di desueto. Stiamo valutando l’ipotesi di eliminare il dehors, non possiamo permettercelo con questi importi”. Infine la richiesta, un appello vero e proprio indirizzato al Comune. “Chiediamo che si rivedano le condizioni dell’aumento- conclude Isabella- Non stiamo chiedendo che non venga applicato. Stiamo chiedendo che si faccia in maniera sostenibile, iniziando magari dal 30 per cento per poi pianificare un progressivo incremento, concordato, calmierato”. Nessuna volontà di fare polemica nelle sue parole, solo la richiesta di “venirsi incontro: noi per sopravvivere, l’amministrazione comunale per incassare la tassa. Sarà davvero difficile, se nulla sarà rivisto, arrivare a pagare, fermo restando che versiamo già 150 euro di Tari e che anche lo smaltimento degli olii esausti -conclude la proprietaria del laboratorio di pasticceria- è adesso inserito nel pagamento della tariffa”. Intanto la Cna ha chiesto un confronto con l’amministrazione comunale proprio per parlare della delibera dello scorso 15 marzo che ha disposto un aumento considerevole delle tariffe per l’utilizzo del suolo pubblico. Il tentativo è quello di “valutare eventuali alternative”. A Siracusa la tariffa sarebbe più alta rispetto a Catania, Messina, Ragusa, Palermo, in cui non si va oltre i 60 euro al metro quadrato. Nel capoluogo si parla del doppio. Santi Lo Tauro, presidente comunale dell’associazione di categoria, ha chiesto di poter valutare eventuali correttivi.