Suspance e colpi di scena al Teatro Massimo di Siracusa con “Nota Stonata”

Due autentici fuoriclasse come Giuseppe Pambieri e Carlo Greco, diretti dall’eclettico regista Moni Ovadia, in scen al Teatro Massimo di Siracusa con Nota Stonata.Siamo ai primi anni ’90, alla Filarmonica di Ginevra, il direttore d’orchestra Hans Peter Miller viene importunato da uno spettatore invadente, tale Léon Dinkel. Da qui, tra suspense e colpi di scena, prende le mosse lo spettacolo di Didier Caron.
La pièce – premiata come “spettacolo di maggior successo durante la 54° edizione del Festival teatrale di Borgio Verezzi” – arriva a Siracusa sabato 3 febbraio alle ore 21, in replica domenica 4 alle ore 17,30. Prodotto da Golden Show di Trieste, lo spettacolo ha scene firmate da Eleonora Scarponi, i costumi di Elisa Savi e le luci di Daniele Savi.
Per il regista Moni Ovadia si tratta di una pièce “deflagrante”. Alla fine di uno dei suoi concerti, Miller, rientrato in camerino, viene importunato più volte da Dinkel, che si presenta come un grande ammiratore del maestro, venuto appositamente dal Belgio per applaudirlo. Più il colloquio, fra i due, si prolunga più il comportamento di questo visitatore diventa strano e oppressivo. Finché si giunge a scoprire un oggetto del passato… Chi é dunque questo inquietante Signor Dinkel? Ma soprattutto cosa vuole realmente dal direttore Miller?
Un testo avvincente che ha conquistato Moni Ovadia. “Dopo poche folgoranti quanto semplici battute di dialogo – spiega – mi sono sentito agguantare per l’anima e il basso ventre e quella sensazione non mi ha mollato più fino alla parola fine. L’ho letto d’un fiato, a bout de soufflé”. E da quella lettura è nata la sua idea di impianto scenico da dare allo spettacolo. “Pur svolgendosi interamente nel camerino di un direttore d’orchestra – spiega – la pièce deve avere elementi allusivi e trasfiguranti così come le luci, la regia deve porsi al servizio dello scavo attoriale per guidare, sostenere, provocare ed “estorcere agli attori” una totale immersione in una temperie prima ancora che in una messa in scena teatrale. Lo sforzo è stato quello di costruire una complessa partitura in forma musicale, le cui note, i fraseggi, le pause e le dinamiche siano i movimenti intrapsichici dell’interpretazione, le reazioni, le titubanze, le messe in iscacco, le entrate in una suspense e le uscite, per entrare in una nuova tensione che coinvolgano e travolgano lo spettatore per renderlo testimone di ciò che è terrificante nell’umano e proporgli una possibilità di redenzione alla quale può accedere solo chi sia disposto ad avere coscienza di quale inferno l’essere umano può essere capace di inventare contro il proprio simile”.